«Gli occhi parlano più di quanto immaginiamo»
Ha gli occhi spalancati che osservano chi lo contempla il Cristo crocifisso della basilica di San Savino. Occhi aperti che già sono proiettati verso la Resurrezione.
Il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha scelto questa immagine per accompagnare la preghiera da lui composta che verrà recitata nelle parrocchie il Venerdì Santo. Un segno di comunione in diocesi, che sostituisce il tradizionale bacio della Croce, che quest’anno non è possibile fare in ottemperanza alle norme anti-Covid.
La saggezza popolare ha sottolineato in espressioni diventate proverbiali la potenza comunicativa dello sguardo. “Quella persona parla con gli occhi”, si dice. O ancora: “Gli occhi sono lo specchio dell’anima”. “Nella comunicazione fra gli esseri umani - conferma la dottoressa Marzia Perazzi (nella foto a destra), psichiatra dell’Azienda Usl - lo sguardo ha un ruolo fondamentale. Primo, perché gli occhi ci permettono di osservare, quindi portano informazioni fondamentali al cervello sul piano ricettivo. Secondo, perché collaborano alla comunicazione anche da un punto di vista espressivo”.
Con lei abbiamo provato a capire il ruolo che lo sguardo gioca, anche sul piano cerebrale, nel costruire relazioni e interagire con la realtà. “Anche nella mia professione, che è fatta di comunicazione che deve cogliere informazioni sullo stato di salute della persona al di là di quanto viene esplicitato – riflette la psichiatra – mi sono accorta che riesco a cogliere le sfumature anche concentrandomi sugli occhi, ora che la mascherina non permette più una visione globale. E degli occhi ho riscoperto la bellezza: questo, forse, è il dono che ci lascia la pandemia”.
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Pubblicato il 1° aprile 2021
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