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Il Vescovo alle persone consacrate: «è una festa di luce»

 messa sant'antonino giornata per la vita consacrata

Essere capaci di vedere la luce in mezzo all'oscurità e portare questa luce al mondo intero: è ciò che papa Francesco ha augurato alle persone consacrate: "Dio lavora il terreno della storia e del nostro cuore".
Anche il vescovo di Piacenza, mons. Adriano Cevolotto, nella Basilica di Sant’Antonino, il 2 febbraio, nella festa della Presentazione del Signore, ha celebrato la XXV Giornata mondiale della vita consacrata. Un appuntamento in cui ogni anno i consacrati e le consacrate esprimono il loro rendimento di grazie al Signore per il dono della vita religiosa.

«Se irrompe la luce, il cuore si allarga»

È una festa dove prevale la luce - ha sottolineato mons. Cevolotto -.Immaginiamo, per essere aiutati a prendere coscienza, - ha aggiunto - di essere in una condizione di buio e perciò di paura. Se irrompe la luce, si allarga il cuore, si prende coraggio e si vedono i contorni delle cose, delle persone, dei cammini da intraprendere”.
I Santi Simeone e Anna sono i due personaggi biblici citati dal Vescovo  che, secondo il racconto di Luca, erano due anziani che si trovavano al tempio al momento della presentazione di Gesù: in quel bimbo, nonostante l'assenza di qualsiasi segno esterno, essi vedono la salvezza non solo per Israele ma per tutti i popoli.
“Entrambi coltivano in cuore un’attesa - ha sottolineato mons. Cevolotto-; a Simeone basta questa presenza povera/piccola di Dio per esultare di gioia. E lo indica: è proprio lui! Guardate a lui. Quanto siamo lontani noi  con i nostri sguardi rivolti al passato, con i nostri discorsi lamentosi. E non si tratta di essere ottimisti o pessimisti, ma di essere condotti dallo Spirito Santo. Il nostro difetto di prospettiva è dovuto al fatto che lo cerchiamo dove vogliamo noi… e invece ci è dato altrove”.
“Anna ci è presentata - ha continuato il Presule - come colei che ha posto la sua abitazione presso il luogo della Sua presenza. Penso a tante persone consacrate che dimorano davanti al Signore.  Credo sia bene ricordarci che proprio la fedeltà di stare laddove il Signore ci pone ci permette di incontrare il compiersi delle promesse di Dio”.
In questo modo - per mons. Cevolotto - il parlare, il testimoniare diventa credibile perché racconta il modo di sorprenderci del Signore, piuttosto che la realizzazione dei nostri progetti, il raggiungimento dei nostri obiettivi. “L’esistenza consacrata, totalmente al Signore, - ha concluso il Vescovo - diventa il modo di narrare che il tempo e il compimento della sua opera sono veramente nelle sue mani e nel suo cuore amorevole di Padre”.


R.T.

Pubblicato il 4 febbraio 2021

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