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Riscoprire Cristo a partire dall’ebraismo

Riscoprire Cristo
a partire dall’ebraismo

30 anni fa la visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma

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“Siete i nostri fratelli maggiori”: parole storiche quelle pronunciate nell’aprile 1986 da Giovanni Paolo II nella visita alla sinagoga di Roma, confermate poi dai suoi successori, Benedetto XVI e Francesco.
Il cristianesimo è strettamente legato all’ebraismo. “Io ho riscoperto la fede cristiana grazie all’ebraismo – racconta l’imprenditore piacentino Dario Squeri, alla guida della Steriltom di Casaliggio, azienda di trasformazione del pomodoro che esporta in tutto il mondo -. La mia bisnonna, Mariagrazia Vigevani, era di origine ebrea, così mia nonna e poi mamma. L’origine ebraica si trasmette attraverso la madre”.

Da alcuni anni Dario Squeri è in contatto, fra l’altro, con la comunità ebraica di Roma che è la più antica della diaspora.


Gesù, una figura sconvolgente

“Gesù anche per un ebreo – sottolinea Squeri - è una figura sconvolgente; guardandolo con gli occhi dell’Antico Testamento, ne diventa l’espressione più grande e più forte”.
“La condanna di Cristo, da parte di Israele, emerge soprattutto dal Sinedrio dove dominavano i Sadducei, legati ai romani: non mettevano in discussione la legge scritta e non credevano nella vita eterna. Un secolo prima di Cristo gli Esseni avevano invece aperto una nuova strada in contrapposizione alla concezione rigida della Torah. Dagli Esseni nascono i Farisei, che a mio parere vanno in un certo qual modo riabilitati".


Leggi l'articolo a pagina 16 dell’edizione di venerdì 27 maggio 2016

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