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«La Ricerca» ha ricordato don Giorgio Bosini

bosini

“Grazie don Giorgio per aver sognato e realizzato la Ricerca”. Con queste parole di Gian Luigi Rubini, presidente dell’associazione La Ricerca, si è aperta ieri, 24 giugno, giorno della festa della natività di San Giovanni Battista, la celebrazione in ricordo di don Giorgio Bosini,  il sacerdote che insieme ad altre persone agli inizi degli anni ’80 ha dato vita all’associazione “La Ricerca", mancato lo scorso 16 marzo all’età di 79 anni a causa del Coronavirus, che si è tenuta presso il cortile dell’Associazione sullo Stradone Farnese 96.
“Grazie don Giorgio per come hai trasmesso a noi il tuo sentire l’altro insegnandoci a guardare, proprio come facevi tu, oltre le sue fragilità - ha detto ancora Gian Luigi Rubini - e grazie per averci fatto sperimentare che tutti possono cambiare e rinascere verso un nuovo personale senso della vita, basta che lo credano necessario”.

Il suo cuore in eredità
Don Bosini ha ricoperto diversi importanti incarichi durante la sua vita: oltre a fondare la Ricerca è stato vicario parrocchiale in Nostra Signora di Lourdes, vice assistente diocesano ACR e direttore della Caritas diocesana, Economo Diocesano, Presidente dell’Istituto Madonna della Bomba e Cappellano nella Casa Madre delle Figlie di Sant’Anna, ma la sua più grande preoccupazione è sempre stata quella di aiutare i più deboli, di dare la speranza, a chi si trovava in difficoltà, di un futuro migliore. Proprio per la sua attività sociale è stato insignito, nel 2017, della benemerenza civica “Piacenza la Primogenita” e, nel 2011, dell’Antonino d’oro. È grande dunque, come ha sottolineato il vicario generale mons. Luigi Chiesa durante l’omelia, l’eredità che don Bosini lascia a chi è rimasto: “Don Giorgio ci lascia una grande eredità -; ha detto il Vicario - la lascia per ciascuno di noi personalmente, per la nostra Chiesa, per la nostra diocesi, per la nostra città, per tutti. Certamente la nostra responsabilità riguarda le opere che da lui sono nate, ma l’eredità da raccogliere è soprattutto e innanzitutto quella qualità e pienezza di vita che lui ha vissuto e che ha generato in lui grandi opere”.
E nel giorno in cui si ricorda la natività di San Giovanni Battista, mons. Luigi Chiesa ha voluto sottolineare quelle caratteristiche di don Giorgio Bosini che lo accomunavano proprio a San Giovanni e, in particolare, quella sua capacità di diminuire se stesso per affermare Cristo: “Di don Giorgio possiamo dire - ha detto il Vicario - che in tutta la sua vita così intensa ha avuto a cuore Cristo e la passione per ogni uomo; se di fronte a tante difficoltà non si è voltato, se ha accettato la sfida dell’incontro con gran rispetto e pazienza, se sapeva leggere in tutti la parte bella su cui lavorare, se l’austerità l’ha riservata solo a se stesso, se ha potuto fare queste opere e tanto altro ancora, è perché ha saputo essere l’amico dello sposo come Giovanni Battista”. La vita di don Bosini è stata vissuta all’insegna dell’obbedienza e della libertà, della testimonianza e della vocazione; una vita che ha rifiutato la normalità per andare oltre i disegni terreni, una vita che non va dimenticata e che lascia un compito ben preciso a chi resta: “È forse in un momento così drammatico - ha concluso mons. Luigi Chiesa - che il suo cuore, che vogliamo ereditare, continua a dirci di guardare anche oltre noi, di guardare a chi sta soffrendo, di saper dilatare il nostro cuore senza perdere tempo. dobbiamo rischiare e condividere quello che ci è rimasto non solo tra noi. Dobbiamo guardare oltre la siepe”.

Maria Chiara Lunati

Pubblicato il 25 giugno 2020

   


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