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Qualcuno mi ha detto: «Oggi ho perso un papà»

Bosini riceve premio

Don Bosini e la grande missione dell’associazione “La Ricerca”

Eravamo preoccupati per lui in queste giornate affannose, specie per chi è anziano, più vulnerabile o semplicemente più sfortunato. E infine se n’è andato, silenziosamente, in fretta. Riposa tranquillo Don Giorgio. I tuoi operatori, in particolare quelli della prima ora, “i privilegiati”, quelli che hanno vissuto con te gli anni ruggenti della tua missione, stanno tirando fuori mille e mille ricordi e piangono e sorridono ripensando certi episodi. Ciascuno ha il suo patrimonio personale: la chiamata a cambiare vita, e non solo il lavoro, gli studi, le riorganizzazioni, i traslochi, l’invenzione di nuovi servizi, le giornate e le notti passate con i ragazzi, con i loro genitori, progetti su progetti... È una storia lunga, ricca, generativa. Qualcuno mi ha confidato, col magone, che oggi è come aver perso il papà, un secondo padre, e come tale amatissimo, anche nei suoi risvolti più difficili. A don Giorgio non era estranea l’autorità, la esercitava benevolmente, ma con determinazione. Tutti confessano di dovere a lui tanto, la parola giusta nel momento in cui serviva, un’indicazione profetica, la fiducia di potercela fare, la riconoscenza per aver coltivato un sogno, la soddisfazione di aver imparato un mestiere, la salvezza di una figlia che sembrava perduta, la consolazione e la speranza mai negata a chi il figlio l’aveva perso, nei meandri della droga. Si succedono i messaggi su Facebook, su wathsapp, sulle mail.
Da Piacenza e da tutta Italia, perché don Giorgio è stato un pioniere insieme al grande amico don Giuseppe Dossetti, altra figura autorevole, ancora attivo a Reggio Emilia, un omone rispetto al magrolino don Giorgio, spigoloso nel fisico e nel carattere (anche se la vecchiaia lo aveva poi intenerito), inquieto, sempre in movimento, sempre in pensiero, sempre alla ricerca. E questo è il nome che ha dato all’associazione, nata sulle radici di Progetto Uomo, la filosofia che è alla base dei Centri di solidarietà aperti in Italia quarant’anni fa. Da una matrice comune si sono sviluppate esperienze singolari, ciascuna con una propria originalità, anche grazie al carisma del proprio fondatore. Generate da un’idea divenuta progetto, anzi progettualità che non si ferma, perché continuamente in ascolto dei bisogni del mondo, queste realtà sono andate incontro agli ultimi, i più fragili, i più abbandonati: tutti da amare. Non è cosa facile. Mancherà in questo Don Giorgio, perché il suo ardore di uomo e di prete è stato unico.
Ecco, lui vorrebbe che ci concentrassimo sull’essenziale, che è quello che conta: poche chiacchiere, discussioni sì, tante, ma poi ritrovarsi uniti da uno scopo condiviso. Penso che questo sia il modo migliore per onorare la sua memoria e non travisare l’identità di questa associazione. Ora che da due anni alla Ricerca ci lavoro, oggi, in questo giorno di lutto condiviso con l’intera città, con la Federazione Italiana delle Comunità terapeutiche e soprattutto con la famiglia della “Ricerca”, mi rendo conto, più che mai, di essere entrata in un mondo che non ho ancora finito di conoscere. Rimango senza parole: sotto i miei occhi scorrono gli articoli, le iniziative, gli scritti, le idee che in questi anni hanno fatto storia, sono diventate opere. Qui non c’è più il dilemma: parole o opere.
Non c’è stata differenza per don Giorgio: quello che faceva era l’altra faccia di ciò che professava, quello che predicava era incarnato nelle scelte. Era un uomo concreto, ha commesso errori, perché i difetti e le manchevolezze segnano tutti gli interventi umani, ma aveva coraggio, metteva il cuore in ciò che faceva. Era il suo modo di essere testimone di una Chiesa diversa, ci ricorda Daniela Scrollavezza (che subentrò a Don Giorgio al suo ritiro), una Chiesa che si mescola con la gente, con i suoi sentimenti, i suoi vissuti, senza timore di mettersi in discussione. Abbiamo avuto un maestro, continueremo a seguirlo.

Pubblicato il 17 marzo 2020

Itala Orlando
Direttore Associazione “La Ricerca”

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