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Il violino con il filo spinato di Kounellis alla Galleria Alberoni

Dal 22 marzo mostra-evento con incontri, convegni, testimoni e concerti

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Si è aperta alla Galleria Alberoni (Piacenza, via Emilia Parmense 67) venerdì 22 marzo alle ore 18 la mostra-evento “Dis-chiusure. Il violino con il filo spinato di Jannis Kounellis. Un capolavoro dell’arte contemporanea alla Galleria Alberoni”, visitabile fino al 9 maggio. Nel periodo di apertura è previsto un ricco programma di incontri con importanti testimoni del nostro tempo, concerti e convegni.
L’evento mette al centro l’esposizione del violino con filo spinato, capolavoro del grande artista di origine greca Jannis Kounellis, massimo esponente e padre della corrente dell’Arte Povera. L’artista, scomparso nel febbraio 2017, in questa sua ultima opera, abbina il filo spinato a uno strumento musicale, rappresentando così potentemente la condizione della persona detenuta e tutta la possibilità e l’impossibilità dell’uomo.

L’inaugurazione si è svolta nella Sala degli Arazzi con gli interventi di padre Erminio Antonello, superiore del Collegio Alberoni, Giorgio Braghieri, presidente dell’Opera Pia Alberoni, mons. Gianni Ambrosio, vescovo della Diocesi di Piacenza-Bobbio.
Sono intervenuti inoltre Arnoldo Mosca Mondadori, fondatore della Casa dello Spirito e delle Arti, proprietaria del capolavoro di Jannis Kounellis esposto in mostra, e Matteo Corradini, scrittore ed ebraista che cura la selezione di strumenti originali provenienti dal ghetto di Terezín, esposti in mostra e facenti parte della sua collezione.
Il Conservatorio "Giuseppe Nicolini" di Piacenza ha proposto il suono di quattro violini al cospetto del violino con il filo spinato di Kounellis.

Il capolavoro di Jannis Kounellis è stato realizzato a partire da un violino costruito nel laboratorio di liuteria della cooperativa Casa dello Spirito e delle Arti nel carcere di Opera ed è stato donato dallo stesso artista alla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti di Arnoldo Mosca Mondadori, scrittore e poeta, il cui impegno e la cui passione hanno generato iniziative culturali e sociali importantissime in Italia: ricordiamo l’avvento della Croce di Lampedusa alla Galleria Alberoni, nell’inverno 2017, del cui viaggio Mondadori fu l’ideatore.

Le altre sezioni

Al violino con il filo spinato sono affiancate due ulteriori sezioni di mostra.

La Sala Mazzolini è dedicata alla proiezione del documentario realizzato da Ermanno Olmi, intitolato Atto unico (Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro. Tutti i diritti riservati), nel quale l’occhio poetico del regista svela il concepimento e il prendere forma della poesia espressiva di Jannis Kounellis.
La sezione è completata dall’esposizione di dieci suggestivi scatti originali del fotografo Carlo Orsi che ha documentato il farsi di “quel grande organismo plastico” che è stata l’installazione Atto unico realizzata da Jannis Kounellis, nel 2006, alla Fondazione Pomodoro.

Nella Sala Scribani Rossi è allestita la web serie, prodotta dal Corriere della Sera, per la regia di Marco Bechis, intitolata Il rumore della memoria, che narra il viaggio di Vera Vigevani nella ricostruzione della sua biografia familiare segnata dal filo spinato: il nonno morì ad Auschwitz, la figlia morì desaparecida in Argentina. 
Ne sono autori, insieme al regista Marco Bechis, Caterina Giargia, Antonio Ferrari e Alessia Rastelli.

La quarta sezione di mostra è costituita da una straordinaria testimonianza storica che dialogherà a distanza con il violino con il filo spinato di Jannis Kounellis: gli strumenti musicali del ghetto di Terezín, dalla collezione di Matteo Corradini. Si tratta di tre violini, un mandolino, una tambura bulgara, una chitarrina, tutti costruiti a Terezín dalla famiglia Žalud.
Con l’arrivo dei nazisti in Boemia, la cittadina fortificata di Terezín, a sessanta chilometri da Praga, fu trasformata nel 1941 in ghetto ebraico e lager di transito, per poi divenire centro di un grande esperimento di propaganda. Gli internati ebrei furono costretti a mostrarsi sani e nutriti. Nella menzogna nazista, gli internati nel tempo libero suonavano, dipingevano, leggevano libri... Gli strumenti musicali Žalud vennero confiscati alla famiglia e consegnati agli ebrei internati perché li potessero suonare. I pezzi assai rari esposti in mostra fanno parte della collezione dello scrittore ed ebraista Matteo Corradini, che ne cura la presentazione.

Incontri, concerti, convegni, testimoni

Nella prospettiva della vita da dis-chiudere nel periodo di apertura della mostra verranno affrontate in specifici incontri le tematiche della disabilità, del carcere, della salute mentale, della sindrome dell’autismo e altre ancora.

Tra i numerosi testimoni che interverranno saranno presenti:
Fabrizio Gatti, scrittore e giornalista de L’Espresso, esperto conoscitore del fenomeno delle migrazioni,
Giangiacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera,
Francesco Lotoro, pianista e fondatore dell’Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria, che sta dedicando la sua vita, raccontata anche da un documentario e da numerose trasmissioni televisive, alla raccolta delle partiture musicali create in tutti i campi di prigionia transito, lavori forzati, concentramento, sterminio, penitenziari militari del mondo (suo il concerto per la Giornata della Memoria organizzato quest’anno dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella).
Alessandra Papa, filosofa ed esperta del pensiero di Annah Arendt, interverrà sul ripensare la cura del mondo.
Alessio Bidoli, straordinario violinista solista si esibirà al cospetto del violino con il filo spinato di Kounellis, portando insieme alla musica anche la sua testimonianza personale che ben rappresenta il tema della dischiusura: colpito da tetraplegia, rara malattia neurologica dagli esiti ancora più atroci se a contrarla è un musicista, con la cura e la volontà è riuscito a tornare a suonare sul palcoscenico.

Nel segno della dis-chiusura anche i convegni organizzati dall’Associazione La Ricerca sul tema della salute mentale, quello dell’Associazione “Oltre l’Autismo” che metterà a fuoco il linguaggio e la comunicazione per minori e adulti autistici.

Di grande attualità il convegno a cura della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sull’esperienza migratoria dei minori stranieri che prevede anche la proiezione del film May name is Adil alla presenza del regista.

È in via di definizione la partecipazione della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz.

Non mancherà la grande musica come esperienza di dis-chiusura della vita.
Al cospetto del violino, nella grande Sala degli Arazzi, si terranno infatti due tra i più importanti concerti del Piacenza Jazz Fest 2019.

Due biciclettate, in coerenza con lo stile della proposta culturale della Galleria Alberoni, completano il programma.
La prima porterà alla scoperta della musica e degli strumenti musicali raffigurati nei capolavori artistici della città di Piacenza; la seconda, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, propone un itinerario attraverso la storia del libro e della parola stampata, dall’incunabolo fino alla stampa tipografica, dal rapporto tra libro antico e censura fino alla storia della stampa del giornale

Al termine dell’esposizione il violino di Kounellis entrerà alla Casa Circondariale di Piacenza, per incontrare i detenuti.

I promotori

L’evento Dis-chiusure vede come principali promotori Opera Pia Alberoni e Collegio Alberoni, Svep e Associazione La Ricerca.
L’evento è reso possibile dal sostegno finanziario della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Sintic Informatica e Internet.

Orari e modalità di visita

In occasione della mostra "Dis-chiusure. Il violino con il filo spinato di Jannis Kounellis" alla Galleria Alberoni, l’Opera Pia Alberoni ha programmato una nuova apertura straordinaria della Galleria e del Collegio Alberoni che saranno pertanto visitabili dal 24 marzo al 9 maggio il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 15 alle 19.
La Galleria sarà chiusa sabato 23 marzo e sabato 13 aprile.

Il Collegio Alberoni (Appartamento del Cardinale, Biblioteca monumentale) sarà visitabile solo con percorso accompagnato o visita guidata: venerdì e sabato alle ore 16 e 17.30 percorsi accompagnati alla mostra e al Collegio; domenica alle ore 16 visita guidata alla mostra, alla Galleria e al Collegio.

Biglietti: visita libera alla mostra € 3,50; percorsi accompagnati e visite guidate € 6,00.
I gruppi di visitatori di almeno 15 persone possono prenotare visite guidate alla mostra, al Collegio e alla Galleria in qualsiasi giorno della settimana (ingresso ridotto € 4,50 + € 50 per la guida).
Le classi degli Istituti scolastici di ogni ordine e grado possono prenotare visite guidate alla mostra in qualsiasi giorno della settimana. Costo classe € 50,00

In occasione degli eventi speciali previsti in mostra le visite potrebbero subire variazioni di programma e durata.

Il biglietto della mostra Dis-chiusure, se conservato e ripresentato in biglietteria, permetterà ulteriori ingressi e visite alla mostra, senza alcun costo aggiuntivo.

Informazioni: Galleria Alberoni, Via Emilia Parmense, 67 - tel. 0523.322635 - 349.4575709 - 392.1530734 - - www.collegioalberoni.it.

Pubblicato il 19 marzo 2019

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