Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

«I miei piedi sono mani»

Simona Atzori al Dono Day

15atzori

“Abbiamo tutti in comune un dono: la vita”. Simona Atzori, pittrice, ballerina e scrittrice nata senza braccia, usa il linguaggio come un abbraccio.
Con le gambe e le dita dei piedi ha imparato a fare di tutto. Perfino a guidare l’automobile. A bere il caffè. A dipingere. A truccarsi. A telefonare.
“Dalle cose più semplici nascono le cose più belle. Noi invece a volte la semplicità la scartiamo”, sottolinea, ricordando un insegnamento della madre.

“Mi avevano preparato una bella poltrona ma era troppo conforme alle regole - esordisce nel suo intervento alla Giornata del Dono in Università Cattolica -. Guardate questo tavolino... che dice... mi regge? - e ci sale -. Io amo salire sui tavoli. Mi dà senso di ciò che è mio, a portata della mia modalità. Quando ero piccola, seduta sulla sedia, vedevo il tavolo come ostacolo alla mia libertà di movimento. La mia mamma ha avuto la genialità di mettermi sul tavolo. Finalmente ero libera”.

I piedi per Simona sono mani. Si toglie le scarpe e con le dita comincia a gesticolare. Con una naturalezza che è frutto di un grande lavoro su di sé.
Arrivata al mondo con qualcosa di meno, non è però per questo uno sbaglio.
Simona parla più volte dei genitori, della mamma soprattutto: “hanno compreso che la mia vita, così com’è, è il vero dono”.
Dal loro sguardo diverso su di lei inizia il cammino di Simona, la scelta di Simona. “Mentre ero nella culla, i miei genitori hanno visto il mio piedino destro allargarsi per cercare di prendere la palla. Poteva sfuggire quel gesto. Ma loro hanno gli occhi di chi ama. Hanno visto che il mio piede poteva fare la mano. Da lì hanno smesso di guardare il limite e hanno iniziato a intravedere le possibilità”.

“La danza mi permette di usare il mio corpo, che per gli altri è un limite, come una possibilità di trasmettere emozione. E non si tratta di una sfida. La pittura e la danza non le ho scelte, loro hanno scelto me, fin da bambina - sottolinea -. Quando dentro di noi nasce la voglia di un sogno, è come una scintilla che ci aiuta a non sentire i pesi, i «no»... La gente mi guardava però come fossi una marziana. Anche quando cambiavo sogno, lo sguardo non cambiava. Come se non avere le braccia significasse non potere. Ma i limiti degli altri dovevano rimanere agli altri, non erano i nostri. Io ho la libertà di pensare che posso fare tutto e questa libertà me la prendo. E da qualche anno faccio la ballerina e la pittrice. A volte non ci credo ancora, ma è bello così. Nella mia vita ho imparato che ogni istante è un dono”.

Nella fotogallery, Simona Atzori al banchetto de "il Nuovo Giornale" e durante il suo intervento in "Cattolica" e alcune immagini delle sessioni parallele.

Pubblicato il 4 ottobre 2018

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente