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Soli nella città

La parrocchia di N. S. di Lourdes si interroga

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“È facile dire che se c’è una famiglia non si è soli - commenta don Paolo Camminati -. Quando la famiglia, anche se unita, si trova a vivere una fatica enorme o un problema grande e non è inserita in una rete di relazioni e di sostegno, rimane sola con il proprio problema”.

Don Camminati è parroco di Nostra Signora di Lourdes. Era prima periferia quando la comunità venne istituita dal vescovo Malchiodi nel ‘58, oggi è città a tutti gli effetti caratterizzata da un’alta densità di condomini. È il quartiere con il maggior numero di residenti ultrasessantacinquenni: i dati, alla fine del 2015, ne registrano 8.268, di cui 4.600 che sorpassano i 75 anni.
“Ma i volti della solitudine - fa notare don Camminati - non sono soltanto quelli degli anziani, limitati nei movimenti e chiusi nel loro appartamento. C’è una solitudine anche del figlio, magari unico, che deve affrontare il progressivo invecchiamento del genitore e la perdita progressiva di autonomia. Ci sono persone sole perché le necessità economiche pesano e creano un senso di inferiorità e di rabbia. Ci sono i malati cronici. Le separazioni finite in modo burrascoso che hanno tagliato tutti i ponti”.

Per riappropriarsi della città rendendola di nuovo comunità la parrocchia lancia il progetto “Farsi prossimo”. Se ne parla il 9 febbraio alle ore 21 col prof. Luca Battilocchi: “Soli nella città. Una lettura delle fragilità delle nostre relazioni”.

Leggi l’articolo a pagina 6 dell’edizione di giovedì 9 febbraio 2017

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