La Giornata del malato
Rileggendo il Messaggio del Papa
Una signora mi ha chiesto di incontrarci. Aveva un bisogno intenso di confronto sui dubbi sorti in questi anni di cura assidua e affettuosa al padre, alla suocera, alla madre. La vecchiaia dei nostri familiari, molte volte intrecciata alla malattia, è la sfida della nostra età e della nostra condizione di figli chiamati all’amore e alla responsabilità.
Ma sono pesi difficili da sopportare, perché quando qualcuno ha bisogno di noi, sempre e per tutto, rischiamo davvero di non farcela.
Storie di fatica e di dubbi senza risposta che cerchiamo di leggere alla luce della Giornata mondiale del malato che Papa Francesco ha condensato nelle parole di esultanza di Maria davanti alla cugina Elisabetta “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente...”.
L’espressione dello stupore totale di fronte al miracolo di una maternità, quella di Elisabetta, anziana, che tutti dicevano sterile e che invece genera vita.
L’atteggiamento stupito e riconoscente per le grandi cose compiute da Dio è il segno di una straordinarietà che ci raggiunge nella fragilità quotidiana, a cui la Giornata del malato si rivolge con attenzione speciale.
Gesù ci invita ad essere concreti, a praticare l’amore (quella misericordia che l’anno scorso abbiamo celebrato), perché solo dall’amore scaturisce la speranza di farcela, di trovare un senso, di cogliere un valore che ci permetta di vivere nonostante il male che ci ha colpito e di credere che grandi cose si compiono nella piccolezza di tutti i giorni.