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Adozioni dimenticate

La fecondazione nei Lea, i rimborsi per le famiglie adottive bloccati

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Mentre la fecondazione assistita, compresa quella eterologa, rientra nei nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza, con la possibilità di accedere al Servizio sanitario nazionale come prestazione gratuita o dietro pagamento di un ticket, resta fermo al palo il contributo per le famiglie adottive, bloccato come la Cai, la Commissione Adozioni Internazionali, l’organismo che dovrebbe coordinare e regolare l’attività nel Paese – e stipulare convenzioni con gli Stati esteri – e che invece non si riunisce da tre anni.

“La realtà è che in Italia purtroppo le famiglie adottive sembrano dimenticate completamente”. Non usa giri di parole Giovanna Dodi, presidente de “La Primogenita International Adoption Onlus”, uno dei due enti piacentini autorizzati per le adozioni internazionali, nata dal sostegno all’opera dell’orsolina Madre Giovanna Alberoni, a lungo medico in India. Quello economico è uno dei fattori che spiega il rallentamento progressivo delle richieste di adozione internazionale.
“È dal 2013 che si nota un rallentamento”, conferma Gabriella De Micheli di “Aipa Erga Pueros”, che con la sede in via Monte Penice è referente per il Nord Italia. “L’anno scorso abbiamo avuto 25 coppie per le quali è stato effettuato l’abbinamento, ma prima ne avevamo anche 40 o 50”.

“Si parte da un desiderio egoistico: un figlio. Poi, se vai avanti, a dispetto di tutto, lo fai perché è il cuore che ti porta a pensare meno a te e più a portar via un bambino da una situazione terribile. Maturi il fatto che è prima di tutto lui ad aver bisogno di una mamma e un papà”: l’esperienza di Marco, Barbara e Vladik.

Leggi il servizio a pagina 3 dell’edizione di giovedì 26 gennaio 2017

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