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Il Vescovo ai Ciellini: siamo chiamati a correre il «rischio» fede

 ciellini

È stata una serata speciale, quella dell’8 marzo nella cattedrale, per il movimento di Comunione e Liberazione di Piacenza, e per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere mons. Luigi Giussani. Il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto una celebrazione eucaristica, arricchita da momenti di grande intensità spirituale, in cui si è celebrato il 18° anniversario del morte del Servo di Dio don Luigi Giussani e il 41° anniversario del Riconoscimento della Fraternità di Comunione e Liberazione.

I ciellini si sono stretti intorno all’altare

“Nella memoria grata di don Giussani chiediamo al Signore di poter corrispondere, con tutta la nostra vita, all’invito rivoltoci da papa Francesco il 15 ottobre di accompagnarlo nella profezia per la pace, nella profezia che indica la presenza di Dio nei poveri, nella profezia che annuncia la presenza di Dio in ogni nazione e cultura”: con queste parole don Fausto Arrisi, parroco di Podenzano, legato al movimento, ha introdotto la celebrazione.
I ciellini si sono stretti intorno all'altare per partecipare alla messa, in cui il Vescovo ha fatto riferimento alla vita e all'opera di don Giussani, evidenziando il suo grande contributo alla Chiesa e alla società. Mons. Adriano Cevolotto ha sottolineato come don Giussani abbia avuto il coraggio di andare controcorrente, di sfidare le convenzioni e di invitare le persone a riflettere sul significato più profondo della vita.

La contemporaneità e l’umanità di Cristo

“Scorrendo la biografia di don Giussani che mi avete regalato - ha affermato il Presule - è stato spontaneo andare alla conclusione di questa vicenda umana e spirituale, quando don Luigi, qualche mese prima di morire scriveva: “Il Signore non è mai un passato, c’è la certezza della sua contemporaneità nella Chiesa, compagnia di fratelli”. Giussani si è fatto contemporaneo del Cristo che offre sé stesso nel dono della vita”.
Un altro aspetto importante di Giussani, evidenziato da mons. Cevolotto, è stata la parola umanità, come la via dell’incontro con Cristo. “Non aderire alla propria umanità, significa compromettere l’adesione a Cristo”: ha ripetuto il Vescovo, citando Giussani che aveva anche una grande passione per i classici della letteratura come Leopardi, in cui ritrovava la voce del vissuto esistenziale con un linguaggio universale.

Rischiare come Gesù

L’altra intuizione di don Luigi - sottolineata dal Vescovo - è quella del compito educativo. “Bisogna educare al rischio di un incontro - ha affermato il Presule - che scardina i nostri criteri, un incontro - come diceva don Luigi - con Gesù e con il suo Vangelo. Don Giussani, alla vigilia della sua morte, - ha proseguito mons. Cevolotto - dettava queste parole: “Il cristianesimo è l’annuncio che Dio si è fatto uomo e soltanto vivendo il più possibile i nostri rapporti con Cristo, noi “rischiamo” di fare come Gesù”. Giussani ha evidenziato l’anelito del cristiano, chiamato a correre il rischio della fede che ha animato Gesù. Siamo Invitati - ha detto il Vescovo - al rischio di una vita donata come lui ha vissuto, al rischio della vita esposta al dono e al servizio. Questa è la nostra contemporaneità con Cristo, - ha concluso mons. Cevolotto - colui che solo si prende tutto a cuore della mia umanità e di quella sofferente di ogni fratello”

Grati all’esempio di vita di don Giussani

Matteo Venturi, responsabile diocesano del movimento di CL, ha espresso, al termine della celebrazione, la riconoscenza a mons. Adriano Cevolotto per il dono dell’eucaristia in cui si è ringraziato insieme per la vita del Servo di Dio don Giussani.
“Tanti come me, - ha detto Venturi - sono tornati o rimasti nella Chiesa, perché le domande del nostro cuore hanno trovato, nella grazia del carisma dato a don Giussani, un ristoro e una risposta. Stasera - rivolgendosi al Vescovo - con il suo appassionato richiamo al lavoro personale, ci ha ricordato che, solo se saremo fedeli alla grazia che ci ha raggiunti attraverso la storia particolare incontrata in Cristo e nel Vangelo, potremo essere braccia e cuore nella chiesa e nel mondo”.
Esprimendo il grazie anche al vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio e ai sacerdoti concelebranti, Venturi ha chiesto la benedizione a mons. Cevolotto, assicurando la preghiera del movimento per il suo episcopato.
Nella cattedrale di Piacenza, luogo ideale per celebrare la vita di don Giussani e per ricordare il suo grande contributo alla Chiesa e alla società, si è vissuta una celebrazione che, grazie anche ai canti eseguiti a cappella dal coro di CL, è stata un momento di ringraziamento e di preghiera, in cui i fedeli hanno rinnovato il loro impegno a seguire l'esempio di don Giussani e a testimoniare la loro fede nella vita quotidiana.

Riccardo Tonna

Nella foto, la messa in Cattedrale in suffragio di don Giussani nel 18° anniversario della morte.

Pubblicato il 9 marzo 2023

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