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Prima di fare
chiediti chi sei

Dal Vangelo secondo Luca (10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino,
Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore,
ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.

Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella
mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
Ma il Signore le rispose:
«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,
ma di una cosa sola c’è bisogno.
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

La nostra vita e la Parola
22 NG14ug22L’OSPITALITA'. Questo brano evangelico è stato spesso utilizzato per contrapporre la vita attiva a quella contemplativa. Il vangelo però non è un testo da usare con lo scopo di risolvere le nostre questioni, ma è uno strumento che ci è dato per ascoltare, cioè per leggere la vita nella prospettiva di Cristo. Gesù non aveva certo il problema della vita attiva e contemplativa. Marta è colei che ospita Gesù. Anche nella prima lettura si parla dell’ospitalità offerta da Abramo a tre uomini. Sono elencate tutte le opere che Abramo appronta per accogliere questi pellegrini, ma alla fine del brano si comprende che quello che Abramo riceve è assolutamente imparagonabile rispetto a quello che dona: la promessa della nascita imminente del figlio.
Anche Marta è molto presa da tutti gli atti che l’ospitalità comporta, ma rischia di perdere quello che il Signore ha da darle. Molto spesso fare è molto più facile che ricevere, curare è più facile che farsi curare, amare è più facile che lasciarsi amare, donare è più gratificante che ricevere. Maria invece siede ai piedi di Cristo. È la posizione della discepola, di colei che ascolta, di chi pende dalle labbra di qualcun altro perché quello che le sta dicendo è prezioso, è essenziale, viene prima di tutto. E forse è anche sorprendente che chi sta ai suoi piedi sia una donna. Marta non comprende questa relazione e addirittura interrompe questo dialogo per suggerire a Gesù quello che deve dire a sua sorella. Visto che tu le parli e lei ti ascolta dille quello che è giusto dirle, altroché regno di Dio.

AFFANNO E AGITAZIONE. Marta è distolta dai molti servizi, si affanna e si agita, fa notare Gesù. La sua preoccupazione è tutta presa dal fare, dalla diakonìa. Il pericolo è che diventi sempre più importante quello che dobbiamo fare e questo, dice Luca nella parabola del seme, soffoca la parola. Se con il fare si perde la relazione con il Signore, si arriva ad un’agitazione che lacera e pian piano si giunge ad una recriminazione con Gesù, come è accaduto a Marta quel giorno. Maria si è scelta la parte buona, Marta ha molti servizi e molte cose. Questa contrapposizione tra la moltitudine e l’unica cosa di cui c’è bisogno attraversa la nostra vita. Se manca il punto di partenza, e il principio di unità che è il rapporto con il Signore in tutto ciò che dobbiamo fare il frutto è l’ansia e l’affanno di chi pone al centro se stesso.
Molto spesso affanno e agitazione sono prodotti dal nostro moltiplicare le cose da fare per riempire la vita, il tempo. Quasi che la vita abbia un valore che si misura da quante cose abbiamo fatto e prodotto. San Paolo ci ricorda che il pericolo di chi non tiene saldo il legame con Cristo è quello di rimanere diviso (1 Corinti 7,35): abbiamo bisogno continuamente di essere indirizzati a ciò che ci tiene uniti al Signore: è questa unità con lui che dà ordine alla nostra vita quotidiana.
Don Andrea Campisi

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