Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Bolzetta (WebCa): i podcast come strumento di aggregazione e anche di preghiera

 bolzettae billi

Cos’è un podcast? Come nasce? Si può usare in ambito ecclesiale? Ha risposto a queste domande Fabio Bolzetta, presidente di WeCa, l’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani, nel quarto incontro dei “Sabati della comunicazione”, appuntamento promosso dalla diocesi di Piacenza-Bobbio nel Seminario Vescovile di via Scalabrini. Bolzetta è un volto noto dell’emittente Tv2000, recentemente inviato dal confine con l’Ucraina.

Un incontro tra generazioni

“Le nuove tecnologie – chiarisce Bolzetta – non sono poi così nuove. Il podcast, ad esempio, esiste da più di quindici anni, lanciato sul web da una nota azienda informatica. La pandemia ci ha fatto conoscere le piattaforme di videoconferenza come Google Meet o Microsoft Teams, usate in ambito scolastico, oppure Cisco Webex in ambito universitario e professionale. L’innovazione tecnologica ha permesso un incontro tra generazioni: pensiamo al rapporto degli anziani con WhatsApp, attraverso cui riescono a scambiarsi foto, a ricevere quelle dei propri nipoti e dunque a sentirsi più vicini e interconnessi in ogni momento”.

Accompagnare la Chiesa in Internet

Papa Francesco, nel messaggio per la 51° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2017, ha espresso il desiderio di “offrire un contributo alla ricerca di uno stile comunicativo aperto e creativo” e di “offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo narrazioni contrassegnate dalla logica della «buona notizia»”. L’associazione WebCattolici (WeCa), attiva dal 2003, raccoglie l’invito del pontefice prefissandosi l’obiettivo di “accompagnare la Chiesa in Internet” offrendo l’esperienza dei suoi associati come punto di riferimento per i siti informatici di ispirazione cattolica e promuovendo la formazione dei webmaster cattolici attraverso incontri e contributi video liberamente consultabili.

Ritorno alla parola

“Siamo nella società delle immagini – spiega Bolzetta –. La comunicazione, sui social media e non solo, è invasa da contributi visivi. Negli ultimi anni, tuttavia, c’è stato un grandissimo ritorno al podcast, uno strumento in cui c’è solo l’audio: un ritorno alla parola, dunque, che è mezzo di riflessione e soprattutto di ascolto. I podcast sono un’occasione per condividere storie, esperienze e competenze attraverso il potere della voce e dello storytelling, un racconto che non si esaurisce in quei pochi minuti ma diventa seriale, un appuntamento”.

Perché fare un podcast?

“Tutti ormai vogliono parlare di grandi temi, nazionali e internazionali; tuttavia, sarebbe interessante creare podcast che parlino del proprio territorio. Non è un passo indietro, anzi, un piccolo territorio può raccontare eccellenze, storie, momenti condivisi insieme. Dunque, narrare tutto ciò può essere un valore aggiunto. I programmi televisivi che raccontano il territorio stanno avendo molto successo. In ambito ecclesiale la creazione di un podcast può essere l’occasione per sviluppare un progetto comunitario, diventando strumento di aggregazione. La diocesi di Gubbio, ad esempio, ha lanciato pillole audio per la novena di preghiera di Sant’Ubaldo; la diocesi di Crema realizza un podcast dal titolo “La Parola non ha confini”, che è un accompagnamento alla preghiera”.

I contenuti valgono più dei mezzi

Fabio Bolzetta ha poi spostato l’attenzione sull’aspetto tecnico dello strumento. “Esistono i podcast di ampliamento, di prestazione e di testimonianza. Tutti devono avere tre caratteristiche fondamentali: la costanza, e dunque evitare che dopo l’entusiasmo iniziale l’impegno vada scemando, la serialità, importante per creare un pubblico fidelizzato, e il montaggio, durante cui bisogna stare attenti a selezionare i punti salienti. Il podcast deve avere un format preciso: una sigla, un’introduzione, degli effetti fissi e una voce costante che agisca da accompagnamento. Possono esserci anche più voci, ma una deve essere sempre la stessa. Il vantaggio dell’audio sta nella sua fruizione che avviene contemporaneamente ad altre azioni: gli ascoltatori scelgono a volte i podcast in base alla durata, calibrandola a seconda del tragitto da percorrere in automobile, di una pausa caffè, di un’azione quotidiana ripetuta. Per fare un podcast servono attrezzature professionali? No, la qualità delle idee conta più dei mezzi che abbiamo a disposizione. È il privilegio del digitale accessibile”. Sul sito www.weca.it sono consultabili tutti i tutorial realizzati per gli operatori pastorali.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 22 maggio 2022

Nella foto, da sinistra Fabio Bolzetta e Matteo Billi.

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente

Il nostro Sito utilizza esclusivamente cookies tecnici e non di tracciamento dell'IP di chi accede. Per saperne di più, clicca qui: Utilizzo Cookies