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Corpus Domini, alla memoria di Groppi il "Campanile d'Oro"

premio campanile

È stato il parroco della parrocchia del Corpus Domini in Piacenza, don Pier Giovanni Caccioli, a consegnare domenica 14 giugno 2020 al figlio Antonio Groppi il premio “Campanile d’Oro” in memoria dello scultore piacentino Giorgio Groppi, originario della parrocchia di via Farnesiana.
Si è celebrata, infatti, domenica 14 giugno, la festa del Corpus Domini. I festeggiamenti sono limitati dall’emergenza sanitaria in corso. È stato comunque consegnato il riconoscimento del “Campanile d’Oro”, una spilla d’oro, istituito da una ventina d’anni dalla parrocchia come segno di riconoscenza a un parrocchiano per la sua opera. L’edizione 2020 è stata appunto assegnata alla memoria allo scultore piacentino Giorgio Groppi.

Groppi, morto all’inizio di gennaio, era nato nel 1927. Allievo di Francesco Ghittoni e di altri maestri, ha legato il suo nome all’arte sacra a Piacenza. Al Corpus Domini sono conservati due suoi Crocifissi, le vetrate e un candeliere artistico.
Per una curiosa coincidenza, Groppi era nato nell’anno stesso della fondazione della parrocchia del Corpus Domini, sorta in se guito allo sviluppo della città al di fuori delle mura costruite nel ‘500.

A ritirare il premio, al termine della messa, è stato il figlio di Giorgio, Antonio Groppi, condiviso con l’altro figlio Italo. Era presente anche il fratello di Giorgio, Sandro, ultimo dei cinque fratelli vivente.

Una scultura che indaga sui nodi della vita
Giorgio Groppi ha raffigurato i tre patroni della diocesi, Antonino, Giustina e Colombano, l’unico papa piacentino, il beato Gregorio X, e il vescovo delle origini San Savino, amico di Sant’Ambrogio. Ha fissato nella pietra la forza carismatica di San Pio da Pietrelcina e di Giovanni Paolo II, per il quale aveva realizzato la croce pettorale in occasione della visita a Piacenza nel 1988. “Quella di Giorgio Groppi è un’esperienza figurativa che indaga sui nuclei pulsanti della vita”, scriveva il critico parmigiano Gianni Cavazzini commentando il suo “Cavallo ferito” in bronzo del 1972, esposto nella piazza del Comune di Campione d’Italia, uno dei suoi temi ricorrenti. La suggestione veniva dalle manifestazioni studentesche e in quella drammatica immagine lo scultore voleva sintetizzare la protesta degli uomini di buona volontà.
Del 1968 un altro piccolo bronzo, “Cavallino”: era stato mostrato dal poeta spagnolo Raphael Alberti a Pablo Picasso, che dimostrò grande apprezzamento per il lavoro dello scultore. Non si possono non ricordare - restando su questo tipo di studio - la “Scultura 2000” in gesso che si può ammirare nel cortile di Palazzo Farnese e, ancora in bronzo, “Yo penso, y es asì” del 1981 ispirato a Don Chisciotte, alla Galleria Ricci Oddi. Qui è custodito anche il bozzetto del Sant’Antonino a cavallo del ‘99 (la statua è stata collocata a Travo, luogo del martirio del soldato del 4° secolo), con i drappeggi del manto del santo che paiono gonfiarsi a seguire il vento dello Spirito che lo muove: il gladio non serve più ad uccidere i nemici, diventa la croce in nome della quale donare la vita.

Nelle foto, in alto, la consegna del premio “Campanile d’Oro”. Da sinistra, il parroco don Pier Giovanni Cacchioli, sig.ra Nella, i figli di Giorgio Groppi Italo e Antonio, sig.ra Donatella e il fratello di Giorgio Groppi, Sandro, ultimo di cinque fratelli.

Pubblicato il 14 giugno 2020

spilla corpus domini

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