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Un tempo di silenzio e distacco per andare verso il Natale

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Due figure bellissime ci aiutano a vivere il tempo dell’Avvento: San Giovanni della Croce e il profeta Elia.
Il libro del Siracide e poi il vangelo di Matteo ricordano la parola di Elia “che bruciava come una fiaccola”. Era glorioso quel profeta dallo zelo buono e dai grandi prodigi; portava il fuoco che bruciava dentro di lui.
Ciascuno di noi porta il nome che la bocca del Signore ha rivelato per lui: il nome Elia significa "Dio è tutto", cioè Dio è presenza “amante” nella parte più intima del suo cuore.
Anche San Giovanni dalla Croce ha sperimentato la stessa natura adorante di Dio dentro di sé e così pure San Filippo Neri, animato da un fuoco così intenso da non riuscire a tenere la sua mano sul petto.
Noi riteniamo i Santi fuori dal tempo, invece la loro esperienza mistica di saper mettere Dio al primo posto è per tutti i cristiani.

 

Attendere il Natale significa che l'anima cerca il Signore e desidera volare alto oltre le cose transitorie di tutti i giorni, per penetrare in profondità.
Nel tempo dell' Avvento, quando siamo affaccendati e il mondo cerca di spingerci alla materialità delle cose, la Parola ci deve portare all'interno di questo cammino di ricerca interiore.
Come stiamo preparando un cuore appassionato e desideroso della vicinanza di Dio?
Lo Spirito Santo è il vero protagonista del mistero dell'incarnazione: è il dono umile di Dio per noi: per essere beati abbiamo bisogno della sua azione che mostri l’agire di Dio indichi a ciascuno la via per lasciar cadere il superfluo.
Elia vegliando nell’attesa disse di stare “davanti al volto del Signore” perché la preghiera è rivolta in alto.
Oggi dobbiamo fare la stessa scelta di Elia e di San Giovanni della Croce, andare in profondità e prenderci un tempo di silenzio vero per vedere dentro di noi: lasciare che il mondo corra, prenderci il tempo di andare verso Cristo, leggere il mondo con i suoi occhi e con l'aiuto dello Spirito Santo comprendere il suo volto. Questo fuoco divorante è per ciascuno di noi.
Dio desidera solo accendere il suo volto in noi ed ecco che anche noi siamo chiamati alla vita mistica come prova di intimità con lui.
Si può vivere con Dio un rapporto libero e appassionato che trasformi la nostra vita quotidiana, fermandoci al suo cospetto. Così saremo sostenuti e avremo la forza di affrontare e di perdonare i nemici.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 14 dicembre 2019, Sir 1-4.9-11

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 17 dicembre 2019

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