La meraviglia e le domande de «I due di Emmaus»
Il cinema-teatro Moderno di Castel San Giovanni si è riempito di ragazzi e giovani provenienti dalle parrocchie della diocesi per una serata speciale organizzata dalla Pastorale Giovanile Vocazionale per la 34ª Giornata Mondiale della Gioventù.
I giovani intervenuti sono stati tanto numerosi che oltre a sedie aggiuntive alle poltrone del cinema sono state improvvisate anche due file di cuscini a ridosso del palco.
Il vescovo mons. Ambrosio non ha potuto essere presente personalmente a causa di problemi di salute, ma ha inviato a tutti il suo saluto e la sua benedizione attraverso il vicario generale, mons. Luigi Chiesa.
In apertura è stato letto un passaggio dell’esortazione apostolica “Cristo vive”, messaggio di papa Francesco ai giovani, in cui il Santo Padre spiega che il Risorto è sempre in noi e con noi, senza andarsene mai. Per quanto noi possiamo allontanarci, il Signore continuerà a chiamarci, a camminare con noi e ad aspettare il nostro ritorno.
Papa Francesco cita l’esempio dei discepoli di Emmaus (cfr Lc 24, 13-35), e proprio la loro vicenda è al centro della serata grazie allo spettacolo teatrale “I due di Emmaus”, prodotto da “Compagnia bella”.
Gli attori Andrea Maria Carabelli e Giampiero Bartolini hanno portato in scena i due discepoli che, lasciata Gerusalemme con la morte nel cuore dopo aver assistito alla crocifissione del Maestro, incontrano uno sconosciuto lungo la strada che parla con loro, li rincuora, e viene riconosciuto essere Gesù quando spezza per loro il pane.
Lo spettacolo prende avvio attorno alla tavola dove è avvenuto il riconoscimento.
Simone e Cleopa sono ancora pieni di meraviglia per quanto è appena accaduto, e anche pieni di vergogna e sgomento per non aver riconosciuto prima il loro Maestro.
I due cercano, molto umanamente e anche comicamente, di aiutarsi l’un l’altro a comprendere perché Gesù si è presentato a loro con un altro volto e come riconoscerlo in futuro.
Le loro domande sono anche le nostre, quelle di chi fa fatica a seguire e sbaglia spesso.
Il loro desiderio è, come il nostro, di non perdere nessuna occasione di godere della compagnia del Maestro.
Si accorgono allora di quante volte il loro cuore è stato pieno di ardore e di sentimenti: ripensano ad altri incontri insospettabili. Forse quel lebbroso lungo la via, ultimo fra gli ultimi, era Gesù. Quel povero pastore che badava alle pecore e lodava il Signore pur avendo perso l’amata moglie e il figlio, non poteva essere Lui?
Lo spettacolo è brillante e divertente e ispira riflessione su quanto, in ogni persona che incontriamo, si manifestino le lezioni del Maestro, oltre che occasioni per entrare in contatto con Lui.
La regia dello spettacolo è di Otello Cenci, su testo scritto in collaborazione con Giampiero Pizzol.
Gabriele Molinelli
Pubblicato l'8 aprile 2019
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