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Gianna Beretta Molla: la santità nel matrimonio cristiano

gianna

“Gianna compose una preghiera in cui chiedeva a Gesù di sottomettersi alla sua volontà, un impegno che mantenne per tutta la vita”: sono le parole del giornalista cremonese, Mauro Faverzani che, il 18 maggio nella Casa Madre delle Figlie di Gesù Buon Pastore, in via Mazzini a Piacenza, ha tratteggiato la figura di Santa Gianna Beretta Molla, nell’incontro organizzato dall’Associazione Gesù Bambino, inserito nella formazione per i genitori.

La famiglia di Gianna

Nella prima parte del suo intervento, Faverzani ha descritto l'atmosfera serena e amorevole della famiglia in cui è cresciuta Gianna, caratterizzata da pratiche quotidiane di preghiera e partecipazione alla messa. La madre - sintetizziamo le parole di Faverzani - svolgeva un ruolo fondamentale nell'educazione spirituale dei figli, mentre il padre era un esempio di dedizione e disciplina. Gianna ricevette la Prima Comunione molto giovane e sviluppò un forte legame con la liturgia e la spiritualità, dedicandosi assiduamente alla preghiera.

faverzani

Nella foto, il giornalista Faverzani all'incontro dedicato alle famiglie; sopra, la famiglia di Gianna Beretta Molla.

Fede e dedizione

Nonostante le difficoltà della vita, inclusa la morte dei genitori nel 1942, - ha sottolineato Faverzani - Gianna continuò i suoi studi con determinazione, iscrivendosi poi alla facoltà di medicina. Durante l'università si distinse per la sua dolcezza, riservatezza e profondità spirituale, partecipando con regolarità alla Messa e dedicando tempo alla meditazione e alla preghiera.
Si dedicò anche all'apostolato, impegnandosi nelle conferenze di San Vincenzo e in altre attività parrocchiali, aiutando le famiglie bisognose. Gianna incoraggiava l’amore e la protezione per i più giovani, sottolineando l'importanza di unire preghiera e azione, sostenendo che la letizia deriva dalla comprensione reciproca e dall’amore cristiano. La sua vita era caratterizzata da un forte desiderio di servire Dio e gli altri, manifestando il suo esempio di fede e dedizione.

Un matrimonio nella preghiera

Nella lettera scritta al futuro marito Pietro, - ha messo in evidenza Faverzani - Gianna esprime gratitudine per il loro amore e propone di prepararsi spiritualmente al matrimonio attraverso la preghiera. Una volta sposati, Gianna si impegna attivamente nella sua comunità come medico e madre, dimostrando un forte senso di responsabilità verso i suoi figli e le famiglie che assiste.
Nell’ultima gravidanza complicata, Gianna scopre di avere un fibroma e, nonostante i rischi per la sua vita e quella del nascituro, decide di continuare la gravidanza, affidandosi alla preghiera e alla provvidenza. Gianna comunica al marito che se dovesse esserci una scelta da fare tra lei e la nuova creatura, lo incoraggia a scegliere la vita nascente, evidenziando la sua grande fede e il suo spirito di sacrificio.

Un testamento d’amore

Il racconto del giornalista culmina nel Venerdì Santo del 1962, quando, dopo aver dato alla luce la quarta figlia, Gianna inizia a soffrire di gravi complicazioni. Affronta la sofferenza con una profonda serenità, rifiutando i calmanti per rimanere lucida e consapevole, supplicando costantemente l'assistenza divina.

Gianna morì il 28 aprile 1962, all'età di 39 anni, è sepolta nel cimitero di Mesero (MI), presso la cappella della famiglia Molla, meta di numerosi pellegrinaggi.
Il processo di beatificazione di Gianna iniziò l'11 aprile 1978, con l'arcivescovo di Milano che promosse la causa. Papa Giovanni Paolo II - ha concluso Faverzani - la dichiarò venerabile nel 1991, beatificandola nel 1994 e proclamandola santa nel 2004, alla celebrazione era presente anche il marito Pietro insieme ai figli. La vita e la morte di Gianna sono diventati un testamento di amore, fede e sacrificio, ispirando molti anche dopo la sua scomparsa.                      

Riccardo Tonna

Pubblicato il 19 maggio 2025

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