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Storytelling Emmaus: un cammino di rinascita e condivisione con Francesco Luppi

luppi


 
In un tempo in cui la comunicazione e il racconto assumono un ruolo determinante nella comprensione del mondo che ci circonda, il dialogo "Narrano le orme di chi cammina accanto", condotto dalla giornalista Barbara Tondini con Francesco Luppi, ha offerto una riflessione profonda sul significato dello storytelling nella vita spirituale e personale.

L’incontro con il Risorto
Nello storytelling, che esprime l’arte della narrazione, andato in onda il 7 marzo, realizzato dai servizi multimediali della Diocesi di Piacenza-Bobbio, Francesco Luppi, si è presentato come padre, marito, insegnante, credente, ed ha condiviso la sua esperienza personale di delusione, fatica e rinascita, attraverso il prisma della celebre narrazione biblica dei discepoli di Emmaus. La storia di questi discepoli, che dopo la morte di Gesù si allontanano da Gerusalemme carichi di disillusioni e di sogni infranti, diventa un parallelo evocativo della vita di ogni uomo.
Luppi ha messo in luce come, nei momenti di più profonda crisi – quelli in cui i sistemi di pensiero crollano e ci si sente abbandonati o feriti – si nasconda l'opportunità di un incontro trasformativo. Così come i discepoli di Emmaus si aprono a un futuro possibile solo grazie al dialogo con il viandante che si rivela essere il Cristo Risorto, anche l'individuo, nel suo cammino esistenziale, può scoprire nuove direzioni e significati.

Le fragilità luoghi di incontro con Dio
Il colloquio con Tondini ha sottolineato come l'apertura verso l'altro e la condivisione delle proprie ferite e delusioni siano fondamentali per accogliere la possibilità di una resurrezione personale. Per Luppi la pedagogia del viandante risorto, che chiede di narrare per ascoltare e comprendere, è un invito a liberarsi dalla logica retributiva e commerciale, tipica della società moderna, per abbracciare quella del Vangelo, che vede nella sconfitta e nella fragilità la vera forza.
La storia personale di Luppi è diventata così un'esortazione a non temere il buio e le proprie fragilità, poiché possono diventare luoghi di incontro con Dio e con gli altri. Il rischio del possesso e dell'egoismo viene - secondo l’insegnante - superato dall'invito a camminare insieme, a condividere il viaggio della vita senza schiacciare, ma arricchendosi reciprocamente dell'amore che si mette in circolo.

Sogna, ragazzo, sogna
Il riferimento finale alla canzone "Sogna, ragazzo, sogna" di Roberto Vecchioni, eseguita al Festival di Sanremo in duetto con il giovane cantante Alfa, ha chiuso il dialogo su una nota di speranza e di invito alla generazione futura a non smettere di sognare e a guardare avanti. Come i discepoli di Emmaus, siamo invitati - ha sottolineato Luppi - a non rimanere ancorati alle delusioni di Gerusalemme, ma a volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti.
In questa epoca di rapidi cambiamenti e sfide, lo storytelling Emmaus, trasmesso dai canali diocesani, si è proposto come una testimonianza significativa che, nel valorizzare la ricchezza delle storie personali, ha fatto meglio comprendere la bellezza di una vita aderente al Vangelo.


Riccardo Tonna

Pubblicato il 9 marzo 2024

Nella foto, Francesco Luppi in dialogo con la giornalista Barbara Tondini.

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