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Un viaggio di fede e libertà con Donata Horak

 donata


 
Lo storytelling, una tecnica di comunicazione nell’ambito della quale il vissuto umano viene narrato in maniera tale da essere ricordato, è stato utilizzato dai servizi multimediali della diocesi di Piacenza-Bobbio per la Quaresima 2024. "Storytelling Emmaus - Narrano i piedi che si allontanano", del 22 febbraio, è il tema del dialogo profondo tra la giornalista Barbara Tondini e la teologa Donata Horak. Attraverso questo scambio, lo storytelling, trasmesso da tutti i canali diocesani, è riuscito a toccare temi universali di fede, delusione, libertà e riscoperta, ispirandosi alla narrazione biblica dei discepoli di Emmaus.
Donata Horak, con sincerità, ha condiviso il suo viaggio personale di fede, rispecchiando il cammino dei discepoli dopo la loro delusione a Gerusalemme. La teologa ha parlato delle sue esperienze di allontanamento da progetti e persone, sottolineando come certe forme di nostalgia abbiano rivelato l'autenticità di questi legami.

Accogliere la vita in tutte le sue forme
“Ho vissuto - sintetizziamo le parole di Horak - momenti di delusione, anche all'interno della Chiesa, in quanto donna. Tutto ciò mi ha fatto male in alcuni periodi della mia vita, poi, alla lunga, ho vissuto queste esperienze come una fortuna, perché mi hanno resa libera da molti schemi imposti e mantenuta su una linea di confine che ho trovato liberante”.
La teologa, citando il Cardinale Martini, ha poi descritto i discepoli di Emmaus come espressione di un "kerigma a metà", per la scintilla di fede che ardeva ancora nei loro cuori. Questa metafora è diventata un potente messaggio per i tempi moderni: l'importante nella vita - per Horak - non è il successo, ma ritrovare quel fuoco interiore che ci guida.
La teologa ha condiviso inoltre la sua recente diagnosi di cancro, paragonando la sua lotta a quella di Giobbe con Dio: “La vita - ha detto - è sempre molto imprevedibile, sono stata eletta nel consiglio di presidenza nazionale delle teologhe italiane e subito dopo ho ricevuto il verdetto di un tumore. Non mi sono lasciata vincere dalla crisi, non ho avvertito una lesa maestà, e seguendo la vicenda biblica di Giobbe ho capito che lui, nonostante urlasse con Dio, non ha mai cessato di sperare”. La Horak ha così sottolineato che bisogna accogliere la vita in tutte le sue forme.

Apertura e cambiamento
Un altro aspetto evidenziato dalla teologa, in quanto insegnante di religione in un liceo di Piacenza, è quello del suo rapporto con i giovani della generazione Z che la stimolano all’apertura, al cambiamento e alla novità: “Mi sento - ha affermato - in sintonia con la loro visione di vita e del mondo, mi piacciono i cambiamenti, non sono per niente una conservatrice, e le novità che si palesano mi danno felicità”
Il modo di pensare di Horak, di andare oltre i confini tradizionali e di abbracciare pienamente la vita, si è pienamente inserito, a conclusione dello storytelling, nella citazione della canzone "Via del campo" di Fabrizio De Andrè, che narra di un'umanità periferica in cui si può incontrare Dio.
"Storytelling Emmaus - Narrano i piedi che si allontanano" è stato un invito - attraverso la testimonianza di Donata Horak - a percorrere il proprio cammino di fede e di vita con coraggio e apertura, riconoscendo che, anche nei momenti di delusione e difficoltà, è possibile trovare un senso più profondo e una connessione più autentica con sé stessi, con gli altri e con la dimensione trascendente.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 24 febbraio 2024
  

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