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Benedizione, casa, desiderio: tre parole per mons. Torta

albina

 

“La spiritualità di mons. Torta si può riassumere in tre parole: benedizione, casa e desiderio”. In questo modo mons. Giuseppe Busani ha ricordato, il 15 aprile, nel 75° anniversario della morte, mons. Francesco Torta, il fondatore delle Suore della Provvidenza per l’Infanzia Abbandonata. L’incontro, tenuto nella sala conferenze dell’Istituto religioso, in via Torta 63 a Piacenza, introdotto dalla Superiora generale, Madre Albina Dal Passo, ha messo in evidenza la figura carismatica del sacerdote.

Voler bene

“Noi conosciamo mons. Torta - ha affermato don Busani - come un uomo di azione, chiamato anche il tesoriere della Divina Provvidenza. Egli ha dato inizio a molte attività con coraggio, con intraprendenza, ma questa sua azione si è sempre fondata sulla benedizione. Voleva che la vita fosse una benedizione per tutti, soprattutto per i più deboli… Quindi il generatore di vita - ha detto Busani - per mons. Torta era il voler bene, e far sì che la vita dell'altro avesse respiro. Un insegnamento anche per noi educatori per evitare ogni plagio o prevaricazione psicologica.

L’abitare

La seconda parola, casa, era per il fondatore la prima espressione del voler bene. Non c'è forma di vita umana senza l'abitare. È il luogo dove si vivono le relazioni di confidenza, di reciproca intesa, ma soprattutto di appartenenza. La sensibilità per l’infanzia di mons Torta - ha rimarcato don Busani - ha dato casa a chi era abbandonato, senza appartenenza. In un periodo in mezzo alle guerre mondiali per ciechi e sordomuti, abbandonati civicamente, il fondatore ha realizzato delle case di divina provvidenza. Poi dopo la prima guerra mondiale si accorge che la casa deve essere custodita anche in modo materno e allora ecco la nascita delle suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata.

La missione

La terza parola, desiderio, è riferita ad un'apertura più grande. È per mons. Torta un desiderio che va oltre la morte: quello di andare in terra di missione. Infatti nel 1971 partono le prime suore per l’Africa ed oggi la congregazione è presente in Etiopia, Kenia, Tanzania e Uganda con progetti di scolarizzazione, progetti sanitari, progetti per la donna. Con case che possono ospitare volontari e organizzazioni umanitarie”.

Ricordare per agire

La serata ha permesso di ricordare e cogliere la filosofia di Monsignor Torta per cui ogni bambino, indipendentemente dalla sua storia, meritava una chance per realizzare il proprio potenziale. Oggi, a 75 anni dalla sua morte, la congregazione continua a operare seguendo i principi e l'ethos stabiliti dal suo fondatore. Le Suore della Provvidenza sono un simbolo vivente del suo impegno per un mondo dove nessun bambino debba mai sentirsi abbandonato o privo di amore.
Ricordando mons. Francesco Torta, non si celebra solo la memoria di un uomo, ma l'attualità di una missione che continua a ispirare e a cambiare vite. Nel suo esempio si trova una chiamata perenne all'azione e alla compassione, una dimostrazione che la vera misura dell’esistenza si trova nel servizio disinteressato agli altri.

Riccardo Tonna

Nella foto, suor Albina Dal Passo e mons. Giuseppe Busani.

Pubblicato il 16 aprile 2024

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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