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Luciano Canova: «il nostro futuro non è lineare. Occorre essere lungimiranti»

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Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico, è stato ospite dell’Ucid piacentino alla Libreria Romagnosi e poi al Circolo dell’Unione di piazza Cavalli. Ha presentato il suo ultimo libro: “L’elefante invisibile”.
Il professore insegna Economia comportamentale alla Scuola Enrico Mattei, è docente presso l’Università Bocconi e l’Università di Pavia e collabora con alcune testate giornalistiche. “L’elefante invisibile” è un libro di economia comportamentale dedicato al tema della crisi climatica, un gravissimo ed attualissimo problema che rappresenta uno spunto perfetto  per spiegare le trappole mentali e gli errori sistematici che la mente dell’uomo compie nell’affrontare certe questioni. Il testo è stato strutturato in due parti, una dedicata all’analisi della crisi climatica e la seconda più costruttiva, perché vuole spingere il lettore a ragionare sulle soluzioni e sugli strumenti a disposizione per affrontare il problema.

"L’elefante invisibile”
Il titolo è stato deciso con mia soddisfazione dall’editor e penso sia molto azzeccato - ha detto lo scrittore-, L’elefante rappresenta le grandi questioni che ci troviamo ad affrontare nella nostra vita, come il riscaldamento globale o anche le pandemie, questi sono problemi manifesti, evidenti di fronte alla nostra attenzione, per cui quando si presentano, non dovrebbero sorprenderci più di tanto perché già avevamo gli strumenti per conoscerli, ma ciò nonostante sembra sempre che facciamo fatica a percepirli e quindi ad agire per contrastarli.

L’importanza dai dati
Per affrontare un qualsiasi problema, è necessario partire sempre dai dati a disposizione, pensiamo a questioni come la povertà o la delinquenza, i numeri sono evidentemente in diminuzione ma la percezione che i media o certi interessi politici ci mostrano, ci conducono ad una impressione distorta della realtà. Per questo drammatizzare non è mai il modo migliore di affrontare un problema. Il riscaldamento globale è sicuramente una questione grave e seria, ma non bisogna avere un approccio catastrofico, perché il rischio è di creare un clima di frustrazione tra le persone, oltre ad un senso di ineluttabilità. Sicuramente i problemi non si possono risolvere dalla sera alla mattina, si tratta di questioni complesse da approcciare con metodo scientifico e probabilistico. Iperdrammattizzare non è mai il modo migliore per affrontare una difficoltà, per quanto grande essa sia, perché spegne la parte razionale necessaria per contrastarla.

Lo sbaglio di procrastinare 
L’atteggiamento tipico dell’uomo di rimandare le questioni dando molto peso a ciò che accade nel presente - ha proseguito Canova - ,  rischia di penalizzare seriamente le future generazioni. Rinunciare oggi per un futuro migliore significa avere un approccio attento a chi deve ancora nascere, investire oggi per evitare danni futuri significa non essere miopi rispetto al mondo che verrà ma al contrario avere un atteggiamento lungimirante.

Futuro e incertezze 
Spesso abbiamo in testa un’idea lineare del futuro e questo ci impedisce di gestirne la precarietà, dice Canova. È necessario affrontare l’incertezza e riconoscerla, la scuola sta già educando all’incertezza insegnando che il futuro non è lineare e che l’uomo è costretto a vivere di connessioni casuali, perché è proprio quando si smarrisce che riesce a ritrovarsi.

Egoismo e perseguimento del bene comune
L’essere umano è un animale socievole, per sua natura è capace di aggregarsi assumendo comportamenti cooperativi basati sulla fiducia. La mancanza di fiducia in effetti comporta un costo, perché meno mi fido più sarò costretto a raccogliere informazioni, portando ad un comportamento auto interessato e a soluzioni individuali. Il compito della politica è quello di aggregare, di rendere più evidente il vantaggio del comportamento cooperativo. In merito alla crisi climatica questa cosa è molto evidente e fondamentale per incoraggiare comportamenti virtuosi. Il capitale sociale di un paese e la sua felicità sono legati a quanta fiducia ci sia, tra le persone, rispetto alle istituzioni e al futuro.

La giusta comunicazione
 Bisogna comunicare in modo adeguato i problemi - ha concluso -, prima di tutto utilizzando esattamente i numeri a nostra disposizione, perché sono punti di riferimento necessari per affrontare responsabilmente ogni difficoltà. Una comunicazione verbale corretta inoltre scoraggia gli scettici, che sostengono ad esempio che i cambiamenti climatici sul pianeta si sono già verificati, per questo è necessario parlare di riscaldamento globale e di produzione di CO2 connessa all’intervento massiccio dell’uomo sull’ambiente.


Stefania Micheli

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Nelle foto: in alto, Luciano Canova e  Giuseppe Ghittoni alla Libreria Romagnosi; sopra, Canova con Giuseppe Ghittoni, don Davide Maloberti e Stefano Sfulcini presidente del Circolo dell'Unione.

Pubblicato il 23 settembre 2022

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