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Cattedrale, alla ricerca del progetto originario

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Prosegue fino al 24 settembre il convegno internazionale di studi in occasione dei 900 anni della Cattedrale di Piacenza. La diocesi di Piacenza-Bobbio, grazie al coordinamento del prof. Arturo Carlo Quintavalle, ha organizzato cinque giornate piacentine (con sedi: Seminario vescovile, Palazzo Farnese, ex chiesa del Carmine) dove studiosi e intenditori di storia dell’arte s’incontrano per condividere e illustrare gli studi effettuati sulla storia e sull’architettura della Cattedrale.  
L’incontro, presieduto dal prof. Franceso Gandolfo, ha portato alla luce alcuni elementi che sono stati oggetto di approfondimento da parte del professore: la Cattedrale, che noi vediamo, sappiamo essere stata costruita a partire dal 1122 (come riporta la data incisa sulla facciata principale) su progetto dell’architetto Nicholaus, ma quali sono le fondamenta sulla quale essa si basa?

Le analisi storiche

È stata costruita sui resti della chiesa di Santa Giustina distrutta dal terremoto del 1117 o alla base vi era un’ulteriore costruzione?
Sono questi gli interrogativi a cui è dedicata la ricerca del professor di storia dell’arte parmense. Basandosi su planimetrie dettagliate della Piacenza medievale individua la sede della chiesa di santa Giustina all’interno dell’attuale cattedrale piacentina.
Se si guarda l’insieme della navata principale si può notare che l’asse longitudinale perpendicolare alla facciata, rispetto all’asse longitudinale iniziale, risalente all’antica cattedrale di Santa Giustina, è stato spostato di due metri e settanta insieme a tutti i pilastri che rispetto a quelli originali hanno subito uno spostamento di orientamento di qualche grado.
Nel transetto, corpo architettonico che interseca perpendicolarmente la navata centrale all’altezza del presbiterio, la distanza della parete e l’allineamento dei sostegni dei grandi pilastri si mantiene regolare, ciò presume che i transetti siano stati architettati contemporaneamente, mentre la struttura della navata antistante è stata progettata con qualcosa che rendeva impossibile una progettazione unitaria.

Segreti e misteri del medioevo

Che cosa poteva essere? Dopo un’analisi attenta il prof. Quintavalle sottolinea alcune anomalie architettoniche presenti sia nel lato sud della navata principale che nel lato nord, individuando un ulteriore cambio di muratura ad altezza dei matronei che lascia presagire la presenza di un disegno originario sicuramente differente da quello portato avanti sia da Nicholaus che da Guidotti nel restauro avvenuto a partire dal 1830.
Servendosi infine di immagini definite con il georadar, tecnologia che permette un’analisi attenta del primo sottosuolo, Quintavalle mostra al pubblico i resti della base di un muro di una probabile cripta allungata risalenti ad un progetto anteriore a quello della chiesa di Santa Giustina. È quindi possibile pensare che a sua volta la chiesa di Santa Giustina sia stata costruita su una base già esistente.
Concluso l’incontro ha preso la parola il prof. Gandolfo invitando i presenti a tenere bene a mente come il mondo medievale continui a portare con sé segreti e misteri che ancora oggi ci tengono intrappolati: “non sappiamo nulla di come si organizzassero i lavori nel periodo medievale quali fossero le funzioni, chi e quanti fossero i componenti”.
Per questo motivo quando studiamo architetture risalenti a questi periodi storici, un po’ silenziosi,  “tendiamo ad “infettare” la storia, cerchiamo di costruire un contesto più su una base nostra che su una base documentaria veritiera”. Quella del prof. Gandolfo non vuole essere una critica, ma piuttosto un promemoria a lavorare su dati certi ed oggettivi come quelli riportati dal professor Quintavalle dal momento in cui ci si approccia ad elementi risalenti a questo periodo storico.
Il convegno prosegue nelle giornate del 22 settembre presso ex chiesa del Carmine (presiede il prof. Bruno Klein), 23 settembre presso Palazzo Farnese (presiede il prof. Carlo Tosco) ed infine il 24 settembre di nuovo al Seminario vescovile (presiede il prof. Manuel Castiñeiras Gonzàles).

Mariachiara Chini

Nella foto, il prof. Quintavalle durante l'incontro nel Seminario vescovile.

Pubblicato il 22 settembre 2022

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