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Don Mascilongo: «San Paolo inventò il cristianesimo? Affermazione parziale, manca un confronto scientifico»

curtoni e mascio



“Ho letto questo libro a fatica, non mi è piaciuto, se mi si concede un termine poco scientifico”. A dirlo senza giri di parole è don Paolo Mascilongo, parroco di San Sisto chiamato in qualità di biblista ad analizzare problemi, temi ed esperienze emersi dalla lettura dell'ultima opera di Corrado Augias: “Paolo. L’uomo che inventò il Cristianesimo” (Rai Libri – 2023).
L'appuntamento è stato lo scorso mercoledì 6 dicembre al Punto Incontro “Don Eliseo Segalini”: centro culturale della diocesi di Piacenza nella Sala delle Colonne della Curia vescovile, in piazza Duomo 33. In dialogo con don Mascilongo il professor Rino Curtoni, ex preside da poco laureato in Teologia. A moderare gli interventi Gabriella Sesenna, coordinatrice di Punto Incontro.

“Augias crea un'opera di invenzione a partire da un personaggio storico: Paolo di Tarso, noto come San Paolo - ha spiegato Mascilongo. L'autore dichiara esplicitamente fin dalle prime pagine di aver compiuto un'operazione di fantasia, ma inventare attorno ad una figura primaria non solo della cristianità, ma più ampiamente della storia del pensiero è rischioso. Si finisce per rispettare poco l'autenticità di visione del personaggio descritto (in questo caso Paolo), come ho riscontrato in questo libro”.
“Non mi è nemmeno chiaro – continua il sacerdote - fino a che punto questo testo si possa definire un romanzo e quanto invece rispetti i criteri della forma saggistica: la struttura testuale è infatti quella del saggio e lo stesso Corrado Augias è avvezzo a questo tipo di produzione, ma nel libro sono assenti le note e mancano bibliografia e confronto con la letteratura scientifica su Paolo”.

Paolo e il Cristianesimo

Poi il biblista comincia ad esplorare più nel dettaglio il libro del noto giornalista, partendo da alcune considerazioni sul titolo (in verità sottotitolo dell'opera).
“L’uomo che inventò il Cristianesimo” è un'espressione impegnativa - dice - , ci si aspetta di trovare nel testo una spiegazione chiara, che motivi il suo utilizzo. Invece no, manca in proposito un dialogo serio con le decine e decine di studiosi che negli ultimi cento cinquant'anni hanno affrontato il problema della relazione tra Paolo e il cristianesimo. Augias dice la sua partendo da quello che sa, ma non sembra essersi documentato sui numerosi libri scientifici progressivamente usciti sul tema”.
Chiaro nell'esposizione, l'autore fa propria una convinzione di Nietzsche, riportata in apertura del libro e citata da Mascilongo: “Senza la storia singolare dell’apostolo Paolo, senza i turbamenti e le tempeste di un tale cervello, di una tale anima, non esisterebbe una cristianità, avremmo avuto appena notizia di una piccola setta giudaica il maestro della quale era morto sulla croce
(Aurora, I, 68). Al biblista non piace però la considerazione successiva di Augias, secondo cui sulla situazione descritta dal filosofo tedesco ci sarebbe sostanziale accordo, “eccezion fatta per i circoli di più stretta obbedienza dogmatica”.
Un'affermazione che il sacerdote ritiene spregiudicata rispetto alle diverse posizioni che nel corso degli anni tanti esperti hanno espresso su Paolo.

“È tutt'ora in atto una discussione feconda tra gli studiosi, lunga più di “un secolo e mezzo di ricerche” – scriveva il biblista Giuseppe Barbaglio nel suo testo incentrato sul confronto fra San Paolo e Gesù ricordato dal parroco di San Sisto - . “Proprio in quest'opera emergono opinioni diametralmente opposte tra coloro che individuano in Paolo il vero fondatore del Cristianesimo come nuova religione e coloro che invece riconoscono sostanziale continuità tra maestro e apostolo”.
Opera d'invenzione, il volume di Augias ripercorre in ordine cronologico la vita di Paolo, a partire però da alcuni episodi realmente descritti negli Atti Degli Apostoli e nelle Lettere, con arricchimenti che rendono il libro affascinante (si pensi al paragone di San Paolo a Trotsky e di Gesù a Stalin) pur fociando spesso in divagazioni rispetto al tema centrale.
“Sul pensiero di Paolo c'è comunque troppo poco - osserva Mascilongo -. Si tratta di un grande, complesso teologo, di cui è forse impossibile ricostruire a pieno la profondità; ma che senz'altro avrebbe meritato maggiore finezza d'analisi”. E non lesina esempi di imprecisioni e errori, o in cui l'invenzione dell'autore si concede qualche licenza di troppo rispetto al personaggio storico, come nel caso del fittizio testamento di Paolo, dell'insinuata opera seduttiva di Lidia, o delle pagine dedicate a Maddalena, di cui in realtà il protagonista non parla mai.
“La Resurrezione di Gesù è al centro della teologia di Paolo e per opera sua tale è rimasta nella religione cristiana”, scrive l'autore citato dal sacerdote, ma per il biblista si tratta di un'affermazione inesatta dal momento che tutti e quattro i Vangeli raccontano la Resurrezione. Altra criticità dell'opera emersa è la citazione frammentaria delle fonti.
C'è però una frase dello scrittore riferita a Paolo ritenuta totalmente vera da Mascilongo: “Vita eccezionale la sua, prodotto di una eccezionale personalità. È davvero curioso che molti fedeli sappiano così poco di lui”.
L'autenticità di questa considerazione ha dato la stura al sacerdote per un excursus personale tra gli elementi fondanti della teologia paolina, a partire dalle fonti.
Ancora aperta tra gli studiosi la questione di quale sia la fonte da privilegiare per attingere ad una conoscenza adeguata dell'apostolo.

Un'opera di narrativa saggistica

“Da un lato tutta la seconda parte degli Atti Degli Apostoli è dedicata all'opera di Paolo - ha spiegato il biblista - ; dall'altro le Lettere  (delle quali almeno sette si ritengono scritte dall'apostolo) sono a differenza degli “Atti” fonti di prima mano, ma spesso difficili da ricostruire: non narrano quasi mai infatti la vita di Paolo, ma contengono i suoi insegnamenti. L'episodio dell'incontro tra l'apostolo e il Risorto lungo la via di Damasco, che ha segnato in modo indelebile la vita di Paolo, viene però raccontato sia negli 'Atti' che nelle  Lettere.  Alcuni esperti preferiscono comunque affidarsi alle seconde perché fonti dirette, ma tutti gli elementi a disposizione vanno vagliati e integrati per reperire il maggior numero possibile di informazioni valide”.
Poi il passaggio ai temi cardine del pensiero di Paolo, che indubbiamente hanno influenzato tutto il pensiero cristiano successivo e pure il modo in cui determinate questioni sono state affrontate. Dal rapporto tra Legge e Vangelo, che con Paolo si risolve in una netta preminenza del secondo per cui all'uomo credente per salvarsi basta il Vangelo; alla relazione tra fede e opere, a tutto vantaggio della prima che sola può salvare; passando per la teologia kerigmatica paolina, che non si interessa della vita o dell'insegnamento di Gesù, ma annuncia il Risorto: proprio per quest'ultimo aspetto alcuni studiosi sostengono che l'apostolo abbia fondato il cristianesimo.
“Questi i problemi fondamentali affrontati da Paolo - ha detto Mascilongo - , la sua teologia kerigmatica costituisce senza dubbio una differenza notevole rispetto al contenuto dei Vangeli, ma non per questo è possibile separare l'Apostolo da Cristo”.
“Una figura profondamente umana quella di Paolo, che ha sempre concepito la propria fede cristiana come una missione da vivere in una comunità di credenti– aggiunge il sacerdote - . Aspetto che si evince chiaramente dalle tante persone affettuosamente nominate nelle Lettere. Umanità e 'amore commuovente', di cui scrive anche Augias nel suo libro”.
Sta di fatto che il giornalista ha scritto quella che il professor Curtoni ha efficacemente definito un'opera di “narrativa saggistica”, a cui un esperto di teologia (e forse anche un profano) non è abituato. Le recensioni al libro menzionate, da Repubblica ad Affari Italiani, passando per altre testate on line, oscillano tra la critica alla parzialità d'analisi dell'autore e il plauso della sua abilità narrativa. Di certo il teso è adatto a chi vuole immergersi nell'epopea avvincente di un personaggio eccezionale che segnato la Storia; non a chi si aspetta di conoscere in queste righe il pensiero di un protagonista del cristianesimo.

Micaela Ghisoni

Pubblicato il 12 dicembre 2023

Nella foto, don Paolo Mascilongo e Rino Curtoni a Punto Incontro.

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