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Consonni a Cives: da Piacenza parte il progetto «Horizon»

consonni

Riusciamo a immagazzinare solo il 14% dell’energia che arriva dal sole, per dare un impulso alle energie rinnovabili è necessario migliorare i sistemi di stoccaggio. Dal Leap di Piacenza parte il progetto “Horizon” per stoccare 4mila tonnellate di CO2 nel Mediterraneo. Ad annunciarlo è Stefano Consonni, docente di sistemi per l’energia e l’ambiente al Politecnico di Milano e presidente del Laboratorio energia e ambiente Piacenza (Leap), intervenuto venerdì sera, 24 novembre, al corso di formazione “Cives” all’Università Cattolica di Piacenza. “In Europa il consumo di energia è nella media mondiale – spiega Consonni in apertura – ognuno mediamente impiega fra i 20mila e i 50mila chilowattora ogni anno. La mappa del consumo è direttamente collegata a quella del Pil pro capite. In sostanza, i Paesi più ricchi usano molta più energia di quelli poveri”.

Energia e fonti rinnovabili

“In un processo fisico o chimico, l’energia si conserva – ricorda il docente, citando la legge della conservazione della massa «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma» –. Dunque, parlare di consumo non è propriamente corretto: piuttosto, l’energia viene convertita da una forma all’altra. Chiamiamo energia primaria quella messa a disposizione da processi naturali, energia utile quella che deriva, dopo opportune trasformazioni, da varie fonti. Esistono fonti rinnovabili – quella da radiazione solare, poi idraulica, eolica, da biomasse, da correnti marine, maree e geotermica – poi ci sono quelle praticamente inesauribili, come il nucleare – da fissione autofertilizzante e fusione – e infine le non rinnovabili che derivano da combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) o da fissione nucleare termica”.

Perché dipendiamo dai combustibili fossili?

“L’impiego di energia negli ultimi decenni è aumentato esponenzialmente – prosegue Consonni – in particolare di quella derivante da fonti non rinnovabili. Il mondo dovrebbe ridurre la dipendenza da combustibili fossili. Perché ne dipendiamo in modo così massiccio? Le cause sono da ricercare nelle riserve abbondanti in molte aree del pianeta, dalla facilità nell’estrarli, nel trasportarli e nello stoccarli. Sono a basso costo, abbiamo tecnologie mature, efficienti e affidabili per il loro utilizzo e sono utilizzabili anche per scopi non energetici, come la chimica. Ecco perché negli ultimi vent’anni le riserve di petrolio sono aumentate notevolmente, da 1.300 a 1.732 miliardi di barili. Con le tecnologie moderne si passa dal 10% al 70% di efficacia nell’estrazione. Rapportando le riserve ancora disponibili alla produzione, la vita del carbone sulla Terra durerà ancora circa 120 anni, quella dell’uranio circa 110, il gas naturale non durerà più di 60 anni, il petrolio ha circa 50 anni di vita”.

Immagazzinare l’energia solare

“Le preoccupazioni sono determinate da due problemi – spiega Consonni –: l’impatto ambientale e la sicurezza di approvvigionamento. Il sistema di trattamento fumi consente di ridurre notevolmente l’inquinamento causato dalle sostanze di scarico. Ma nel lungo periodo servono altre soluzioni. Abbiamo cinque opzioni: non fare nulla e adattarsi; ridurre la richiesta e aumentare l’efficienza; incentivare le fonti rinnovabili; il nucleare; catturare e stoccare l’anidride carbonica. Ogni anno ci arrivano dal sole 100mila miliardi di Tep (unità di misura dell’energia generata dalla combustione di una tonnellata di petrolio), il consumo mondiale di energia è pari a 14 miliardi. È evidente che non riusciamo a sfruttarla nel modo più efficace. In Italia, la regione che potrebbe catturare più energia dal sole è la Sicilia, poi la Sardegna e la Puglia, ma attualmente non abbiamo strumenti adeguati a immagazzinare alti quantitativi di energia solare”.

“No” al rinnovabile significa “sì” al cambiamento climatico

Possiamo riuscire a svincolarci dai combustibili fossili? Il docente ribadisce che “nessuna singola strategia o tecnologia potrà risolvere il problema del cambiamento climatico. Risparmio ed efficienza devono essere prioritari, ma da soli non bastano. Stesso discorso vale per le rinnovabili, se non tra molto tempo. Dire no a biomasse, eolico, cattura di CO2, nucleare, centrali grandi ed efficienti, significa dire sì al cambiamento climatico”.

Da Piacenza il progetto per stoccare CO2

Il Leap è una società consortile fondata dal Politecnico di Milano nel maggio 2005. Ha tra le sue componenti l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Comune di Piacenza, la Fondazione di Piacenza e Vigevano e la Camera di Commercio dell’Emilia. Il personale, tra dottorandi, assegnisti di ricerca, collaboratori e dipendenti, è composto da 27 persone. Tra le aree di ricerca: dare valore ai rifiuti, tecnologie «low carbon», sistemi di energia intelligenti, emissioni e qualità dell’aria. “Il progetto Horizon – annuncia il presidente Stefano Consonni – ci porterà a stoccare 4mila tonnellate di anidride carbonica in due giacimenti a Ravenna e nell’Egeo, al largo della penisola calcidica”.

Francesco Petronzio

Nella foto, Stefano Consonni a Cives.

Pubblicato il 25 novembre 2023

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