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Ucid. Benetti: senza istruzione, le divisioni sociali rischiano di aumentare

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La sezione piacentina dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, con il suo presidente Giuseppe Ghittoni, ha organizzato al Circolo dell’Unione di Piacenza un incontro con il dott. Carlo Benetti, Market Specialist ed editorialista, presentando il suo libro “Bellezza e senso della persona, l’economia tra alienazione e compimento”. La conversazione con il dott. Benetti si è focalizzata sui problemi sociali ed economici che talvolta con violenza sono emersi in questi ultimi anni; dalla pandemia alla guerra, dalla crisi demografica dei paesi più ricchi alla crisi ambientale, dalla transizione tecnologica alle problematiche migratorie, ecco quanto è emerso:

Estremizzazione della crescita

“L’economia che smarrisce la centralità dell’uomo, perde anche ogni senso di esistere, se perdiamo di vista la differenza tra progresso e sviluppo si rischia di prendere la deriva di una disumanizzazione economica, ha detto Benetti. Negli ultimi tempi la finanza ha probabilmente preso troppo spazio rispetto all’economia reale e la tecnologia si è così tanto sviluppata da superare la nostra capacità di adeguarsi ad essa, la digitalizzazione e le competenze informatiche hanno creato barriere non solo tra giovani ed anziani ma anche all’interno della stessa generazione, tra chi ha la possibilità di accedere ad una istruzione e coloro ai quali questo privilegio viene inibito. Nascono così i nuovi poveri all’interno di società iperindustrializzate, ipertecnologiche ed iperconnesse. È necessario interpellare la politica ma anche le classi dirigenti affinché lo sviluppo economico sia sempre accompagnato da un progresso dell’individuo”.

La pandemia e la crisi dei modelli economici 

“Il modello economico della globalizzazione- ha proseguito il relatore- è entrato in crisi con la pandemia. Con la nascita delle barriere sanitarie molto paesi sono rimasti sprovvisti di tutte quelle lavorazioni che erano state decentrate, ritornare al modello economico precedente porta inevitabilmente ad un aumento dei costi e dell’inflazione, ma sopratutto al rischio di creare nuove muri non solo economici. Dove passano le merci non passano gli eserciti. La rigidità di certi nazionalismi crea muri economici ma sopratutto culturali”.

Crisi demografica 

“Il paesi economicamente più potenti sono oggi indeboliti da una forte crisi demografica e da un invecchiamento della popolazione, con un continuo aumento di aspettativa di vita. Solo gli Stati Uniti, paese tra i più ricchi al mondo, ha visto una diminuzione dell’età media negli ultimi 15 anni anche a causa di una mancanza di politica sociale forte come in Europa, ha continuato.La forbice delle diseguaglianze si evidenzia sempre di più dove è difficile accedere per ragioni economiche ai servizi sanitari e all’istruzione.

Non abbiamo un nuovo ordine geopolitico 

“La guerra in Ucraina e le tensioni nel Pacifico sono i terremoti dell’adattamento geopolitico che stiamo vivendo. Il mondo è diviso tra un nord ricco e vecchio ed un sud povero e giovane. Il primo rischia di consumare le ricchezze accumulate lasciando poca sicurezza alle generazioni future, il secondo spera di migliorare la propria situazione economica con lo sfruttamento di ricchezze recenti e ricercando migliore istruzione.

Divisioni e povertà 

“Senza accesso all’istruzione le divisioni sociali sono destinate ad aumentare, per questo la politica dovrebbe impedire la dispersione scolastica e rendere più agevole per tutti l’iscrizione a livelli d’istruzione superiore ed universitaria. Istruzione significa aumento della classe media, migliori condizioni di vita e di conseguenza minore richiesta di assistenza. La distribuzione delle ricchezze - ha concluso Benetti- comporta necessariamente un aumento del benessere di un paese schiacciando la classe media e medio bassa, si rischia un crollo dei consumi e della produttività”.
Dobbiamo immaginare una società che ponga il benessere delle persone al primo posto, in cui le politiche siano governate da principi di sostenibilità e di inclusione sociale, le future generazioni saranno i nostri giudici più severi sugli sforzi che stiamo compiendo per superare questi tempi straordinari e per riuscire a riemergere più forti ma sopratutto migliori di prima.

Stefania Micheli

Nella foto, Giuseppe Ghittoni e Carlo Benetti.

Pubblicato il 19 marzo 2023

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