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Spettacolo Nemmeno con un fiore

“Se nella società si continua ad essere liberi di acquistare il corpo femminile e usarlo a piacimento, abusandone come fosse un giocattolo, allora non ci sarà mai nessuna parità di genere. E non potranno mai diminuire le numerose forme di violenza legittimate da una cultura del dominio e del possesso. I femminicidi lo dimostrano”. È l’incipit dello spettacolo “Nemmeno con un fiore. Il prezzo dell’amore”, che l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII porta a Piacenza venerdì 25 marzo alle ore 20.30 al teatro dei Filodrammatici, seconda iniziativa di sensibilizzazione sulla tratta dopo la messa per Santa Bakhita di febbraio. L’iniziativa, nell’ambito della campagna “Questo è il mio corpo”, è promossa insieme al  Comune di Piacenza ed organizzata con il patrocinio della Provincia di Piacenza e in collaborazione con la diocesi di Piacenza-Bobbio, la Cisl Parma e Piacenza, Catelli Ottica e Fotografia di Caorso. Ingresso libero. Obbligo Green pass e mascherina Ffp2.
Lo spettacolo - pensato per un pubblico di giovani e di adulti - è scritto da Emanuela Frisoni col contributo della giornalista Giovanna Greco e vede in scena le attrici Barbara Abbondanza, Giorgia Guerra e Patrizia Bollini (sono state inoltre tra le protagoniste del film “Solo cose belle”). La regia è di Emanuela Frisoni con il contributo di Giampiero Pizzol e Rosa Morelli. Voce narrante femminile: Irene Trapani. Voci maschili: Giorgio Borghetti, Giorgio Colangeli, Giulio Cristini, Giorgio Marchesi e Francesco Montanari. Musiche di Daniele Torri.

Lo spunto da un fatto di cronaca

Educatrice professionale, all’attivo corsi di formazione come attrice ed un master in “Il teatro come strumento per le professionalità eucative”, Emanuela Frisoni è animatrice del “Coordinamento Arte” della Papa Giovanni XXIII. "Questo lavoro - spiega - prende spunto da un fatto di cronaca, un femminicidio nel quale ci siamo imbattuti come Papa Giovanni: una ragazza ungherese di 24 anni nel gennaio 2018 è stata trovata morta sui binari ferroviari in provincia di Modena. Il suo corpo è rimasto due anni all’obitorio: c’è voluto tempo per ricostruirne l’identità, poi per rintracciare la famiglia, che era talmente povera da non avere i soldi per rimpatriare la salma. Lo «stato di fermo» di questa ragazza ha posto delle domande. La riflessione-chiave dello spettacolo è cosa vuol dire amare. Partiamo dalla convinzione che dietro a violenze e trasgressioni ci sono spesso storie di solitudini, ci sono domande di significato che riguardano tutti, nessuno escluso. È stato molto importante andare a incontrare le ragazze con l’unità di strada della Papa Giovanni : incrociando i loro sguardi, ascoltando le loro storie, è emersa tutta la complessità del fenomeno. Attraverso le attrici sul palco, ho voluto esprimere una coralità di voci, dalla moglie del cliente all'affitturaria, dalla poliziotta alla ragazza che si prostituisce".

Puoi leggere l'intervista completa ad Emanuela Frisoni, insieme ad un servizio dedicato all'unità di strada di Piacenza, sull'edizione di questa settimana.


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Pubblicato il 18 marzo 2022

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