Menu

corrluce

La Parola di Dio ci parla della necessità della luce, luce di Cristo per rivelarsi alle genti.
Chi ama fraternamente rimane nella luce.
Le nostre spine di contesa, il debito presunto che gli altri non estinguono mai nei nostri confronti e così pure l’atteggiamento presuntuoso nei confronti di Dio, ostacolano il nostro essere nella luce e offuscano la chiarezza e la libertà di amare, perdonare, vivere e accogliere in misericordia le persone.

Amare i fratelli è un debito verso il Signore che a sua volta ci ha amato quando eravamo ancora peccatori; è una possibilità per rimanere nella luce poiché lui - che è la luce - è venuto a illuminare le nostre tenebre e a tirarci fuori da quella palude.

Preferiamo rimanere nel buio, nella presunzione e nell’orgoglio ferito o scegliamo di muoverci e vedere quello che ci è stato donato?

 

Chi ama il fratello è nella luce e riesce a percepire l’altro nella sua verità.
La luce di Cristo permette di vedere quel che Cristo vede in noi: un povero da amare, un fratello da sostenere, una persona da consolare, non per metterlo al muro ma per aiutarlo a portare il peso della sua debolezza e del suo peccato e mostra che la nascita di Gesù ci illumina dell’amore che vince le tenebre dell’odio.
La luce di Cristo pone nella verità e fa cadere ogni compromesso con il potere del nemico.
Importante allora ritrovare quel bagliore e affidargli la nostra vita.

La storia di Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, il suo scontro con il re Enrico II, il suo dramma interiore vengono risolti con una conversione quando gli è apparsa “la luce vera” di Cristo e lui si è lasciato illuminare: “Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo”.
Accogliere Gesù nella luce significa allora scoprire una novità buona, lasciarsi cambiare e trasformare da questo incontro. Il dono che questa accettazione comporta, dice il testo di Giovanni, è addirittura la figliolanza divina.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 29 dicembre 2020, Vangelo secondo Luca 2,22-35

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente