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“Lo vogliamo santo”

Arezzo e Piacenza unite dal beato Gregorio X

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Un ponte tra Piacenza e Arezzo perché si arrivi a venerare come santo il beato Gregorio X, l’unico Papa piacentino della storia, eletto nel 1271, che giunse a un passo dall’unione tra la Chiesa d’Occidente e quella d’Oriente.

Se nel 1239 fu il cardinale Giacomo Pecorara, piacentino, abate cistercense e ambasciatore del Pontefice, a intuire il valore del Visconti tanto da volerlo come fidato collaboratore nei suoi viaggi diplomatici Oltralpe, quasi 800 anni dopo sono due discendenti del porporato, Sergio Pecorara e il figlio William, insieme all’associazione “Domus Justinae” della Cattedrale di Piacenza, a farsi promotori della ripresa del processo di canonizzazione di Gregorio X, morto ad Arezzo il 10 gennaio 1276 e sepolto nella Cattedrale della città toscana.
Ci sarebbe la possibilità di riprendere una pratica – che pareva già a buon punto di realizzazione – presentata nel 1946 attraverso la canonizzazione nella forma equipollente, iter a cui papa Francesco è già ricorso più volte, per esempio per proclamare santi Angela da Foligno e il gesuita Pierre Favre.
Gregorio X, pioniere del dialogo ecumenico, merita di essere riconosciuto tra i santi del nuovo Millennio, tanto più alla luce dello storico incontro di Bergoglio con il patriarca di Mosca Kirill.

Il 4 settembre una delegazione da Piacenza sarà ad Arezzo per la tradizionale Giostra del Saracino, rievocazione storica che quest’anno ha voluto dedicare a Gregorio X la lancia d’oro riservata al quartiere vincitore.


Leggi il servizio alle pagine 14 e 15 dell’edizione di venerdì 26 agosto 2016.

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