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Cronaca dal viaggio in Brasile

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Dieci battesimi hanno segnato l'arrivo in Brasile della delegazione diocesana piacentina guidata dal vicario generale mons. Luigi Chiesa, con gli ex missionari don Alfonso Calamari, don Giuseppe Frazzani e la volontaria laica Giuseppina Fiorani, questi ultimi con l'emozione del ritorno nella terra di missione e per riabbracciare un confratello ancora sul territorio: mons. Giancarlo Dallospedale.
Ed è toccato proprio al Vicario generale impartire il primo sacramento cristiano a nove piccole vite e ad un adulto, il 21enne Diego, assistente di scuola, avvicinatosi al cattolicesimo solo da un paio di anni e quasi per caso.

In attesa di domenica 21 gennaio (che segna un tempo bello anche per la diocesi di Piacenza-Bobbio), il giorno della inaugurazione e della dedicazione a San Rocco della nuova chiesa di Cantà (Stato di Roraima), mons. Giancarlo accompagna il gruppo a visitare e ad incontrare le comunità del suo territorio, testimonianze di una "chiesa sorella in cammino" le ha definite mons. Chiesa durante le omelie, esprimendo lo spirito di "comunione fra le due Chiese" che annulla ogni distanza geografica e di nazionalità.

Nella chiesa di San Pietro apostolo, a Vila Central, una lunga e intensa liturgia ha impegnato la mattinata dalle nove a mezzogiorno per la celebrazione dei battesimi.
Momenti interessanti sono stati la presentazione degli ospiti alla folta assemblea di fedeli e la presentazione del consiglio pastorale che affiancherà il nuovo giovane sacerdote, padre Antonio Roberto de Sousa Dias, che prenderà le redini della comunità costruita da don Giancarlo, con la preziosa collaborazione di Giuseppina Fiorani.

brasile1bisSi è definito, il Vicario, letteralmente "affascinato" dalla scoperta di questo nuovo mondo, dal senso di religiosità di queste popolazioni: una minima parte indigeni e la maggioranza immigrati dai poveri territori del nord est.
In Roraima si veniva per cercare oro, successivamente all'abolizione di quella pratica che abbruttiva uomini e donne, il governo aveva favorito l'immigrazione distribuendo terre e favorendo il disboscamento controllato.

L'attenzione e l'interesse dei fedeli si è manifestata ovunque la delegazione andasse.
Come nella piccola chiesa di San Giuseppe a Vila Union, dove l'eucarestia è stata celebrata in una chiesetta con i quattro muri in mattoni e il tetto in legno a capanna.
Ogni parola cantata era un inno, o meglio una lode al Creatore e alla vita. Tra quelle povere panche c'erano fedeli che si erano preparati indossando gli abiti buoni, profumati di borotalco: puliti nel corpo e nell'anima.

Maria Vittoria Gazzola

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Pubblicato il 17/1/2018

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