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“Al Sant’Isidoro
ci siamo 
innamorati”

Alessandro e Paola si sono conosciuti nel Collegio dell’Università Cattolica. 
Lui è stato responsabile della Fuci.
L’esperienza dell’indiano padre Jose: combatto la povertà del mio Paese sviluppando l’agricoltura.
La struttura di via dell’Anselma compie 60 anni

CollegioSIsidoro

Un sacerdote indiano, una giovane ricercatrice di storia del diritto e un avvocato all’inizio della sua carriera forense. Non è un indovinello, sono invece tre delle tante persone a cui il Collegio Sant’Isidoro dell’Università Cattolica ha cambiato la vita. In occasione dell’anniversario della sua inaugurazione, che risale ormai a 60 anni fa, hanno voluto condividere la loro storia, le loro emozioni, l’esperienza di studio e di crescita che hanno fatto presso la residenza universitaria, consci del fatto che per loro il S. Isidoro ha costituito una grossa opportunità per essere e diventare compiutamente se stessi.


“Ho imparato a stirare”

Cinque anni di università e uno di dottorato. Sei anni preziosi durante i quali Alessandro Candido, pugliese di 32 anni, è diventato un uomo e ha conosciuto la donna della sua vita. “In realtà ci siamo ignorati per quasi tutto il nostro percorso universitario, fino a che, negli ultimi mesi di permanenza al collegio, abbiamo cominciato a frequentarci” - racconta Alessandro, con un gran sorriso e la mano stretta a quella di Paola Mastrolia, ricercatrice presso la Cattolica di Milano, anche lei ex studentessa del Sant’Isidoro.
Il percorso dei due giovani sposi presso la residenza ha seguito due strade molto differenti, per poi intrecciarsi indissolubilmente solo alla fine: “Alessandro ha vissuto appieno, fino in fondo tutte le possibilità che la vita da collegiale offriva - ricorda Paola -; ha ricoperto per quattro anni la carica di presidente Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e non si è mai risparmiato nel partecipare e nell’organizzare incontri culturali, attività di Cineforum e prendeva parte anche ai ritiri che la Fuci programmava a Tollara. Io ho un carattere più schivo, più riservato e dunque spesso passavo le mie serate in camera a studiare e leggere. La cosa veramente bella del Sant’Isidoro è proprio questa: lascia liberi di essere se stessi, propone ma non impone mai, ognuno può cercare a modo proprio la propria strada”.
L’esperienza del collegio è stata significativa per Alessandro anche dal punto di vista dello sviluppo dell’autonomia personale: “don Celso Dosi e l’allora direttore della sede piacentina Libero Ranelli sono stati due punti fermi durante la mia permanenza, in cui ho imparato a gestirmi da solo lontano da casa, in cui la presenza dei compagni fungeva da continuo stimolo a migliorarsi e da supporto nei momenti di difficoltà. In collegio ho imparato persino a stirare!”.
Paola rimane un po’ perplessa, visto che ora, a casa, lo fa sempre lei, ma riprende il filo dei ricordi e conferma che i compagni di collegio, l’assistente spirituale e persino le portinaie e le signore della mensa sono stati per lei una vera e propria famiglia. Un legame particolarmente forte poi quello con don Celso: “la sua stanza, la 014 era un rifugio - conclude Paola -, per qualsiasi problema sapevi di poterti rivolgere a lui”.
Così Alessandro e Paola hanno voluto che fosse proprio lui a sposarli, ormai un anno fa, nella loro Puglia. Perché quello che hanno costruito in collegio, i rapporti, il loro futuro, continuano ad accompagnarli anche oggi che da ragazzi sono diventati una famiglia.


Al lavoro in India per il bene della gente

74 anni, un’energia e un entusiasmo che farebbero invidia a un 20enne. Padre Jose Peringarapillil è dello Stato di Kerala, nel sud dell’India, ma già da ragazzo è arrivato in Italia, per studiare teologia con Propaganda Fide a Roma. Il periodo era quello del Concilio: “C’era un grande fermento - ricorda - e io sono rimasto colpito soprattutto dalla scelta per i poveri che la Chiesa andava ribadendo con forza. Nel mio Paese allora oltre l’80% della popolazione viveva d’agricoltura: l’unico modo per combattere la povertà era quello di migliorare le tecniche di coltivazione e allevamento. Così mi sono iscritto ad agraria in Cattolica a Piacenza e nel luglio ‘73 mi sono laureato”.
Negli anni di studio ha vissuto al collegio Sant’Isidoro, allora di dimensioni ancora decisamente ridotte: “ci conoscevamo tutti e si sentiva forte un’atmosfera di spiritualità. Allora ero già sacerdote, per gli altri ero un punto di riferimento, ma, al tempo stesso, ho a mia volta avuto molte testimonianze di una fede forte. E poi, proprio grazie alla convivenza in collegio, ho imparato l’italiano, visto che a Roma usavamo il latino per le lezioni”.
Tornato in India padre Jose si è speso moltissimo per applicare le conoscenze che aveva acquisito qui e poter così migliorare il tenore di vita dei suoi compatrioti. Fra i suoi successi va annoverato sicuramente l’incrocio fra la razza di vacche del sud dell’India, molto resistenti ma che producono pochissimo latte, con le vacche italiane, che producono quasi 50 volte in più. In questa sua «avventura», così come in quella di formare ragazzi disoccupati ed agricoltori locali alle tecniche agricole e a quelle, ad esempio, dell’inseminazione del bestiame, padre Jose non è solo: “sono in contatto con una ventina di compagni di studio e di collegio, mi sostengono molto, così come molto supporto in questi anni mi è sempre venuto dai docenti e dalla dirigenza dell’Università che non è mai rimasta indifferente ai miei sforzi umanitari”.
A Piacenza in questi giorni in occasione di Expo, padre Jose è stato impegnato in conferenze e incontri per scambiare idee, conoscenze e “per sensibilizzare ancora di più la Chiesa e la società tutta sul tema del cibo e dell’agricoltura. Sono orgoglioso e felice della scelta fatta tanti anni fa: la cultura e i rapporti che mi hanno donato la Cattolica e il Sant’Isidoro sono tuttora per me una grande ricchezza”.

Elisa Bolzoni

Triani: “Puntare sulla qualità
dell’esperienza comunitaria”

(E. B.) “Il periodo dell’università è un momento della vita molto intenso, oserei dire generativo per quanto riguarda la formazione dei ragazzi. Sono gli anni in cui avviene un rafforzamento delle competenze personali e professionali, in cui si assiste ad una maggiore strutturazione della visione del mondo, in cui si definiscono interessi, ambizioni e si impara a gestire i rapporti interpersonali in maniera matura”. Con queste parole il prof. Pierpaolo Triani,docente alla facoltà di Scienze della Formazione della Cattolica, sottolinea la centralità dell’età post-adolescenziale nella crescita dei ragazzi. Un periodo così fecondo, a parere di Triani, che interverrà nella giornata di sabato 10 ottobre, deve essere colto come opportunità dagli educatori e dalla società intera. La vita fuori sede, presso una residenza universitaria, può costituire un banco di prova per i ragazzi e per chi si propone di guidarli.
La vita di collegio è un’esperienza comunitaria molto ricca per le relazioni che si possono intrecciare, occorre dunque che esso “sia pensato come un dispositivo formativo, sostenuto su una progettualità formativa - ribadisce il professore -. È necessario puntare sulla qualità delle relazioni, sulla logica dell’accompagnamento: tutte le persone coinvolte nella gestione dell’ente e anche l’assistente spirituale devono essere presenti e costituire un riferimento”.
Una strada da percorrere è quella della valorizzazione dei docenti come risorsa per i collegiali, che avendo la possibilità di vivere con loro a stretto contatto, possono continuare ad approfondire, a confrontarsi e beneficiare della loro testimonianza di studiosi appassionati.

“Cerchiamo di rendere i ragazzi
protagonisti della vita nel Collegio”

La struttura di via dell’Anselma è gestita dalla Fondazione EduCatt.
Il direttore Giornelli: “ripeto sempre ai ragazzi che questo non è un hotel
e che loro non sono i nostri clienti. Il Sant’Isidoro è come una famiglia”

35 2015 giornelli bergamaschi

(e.bolz.) Sono tre le anime che compongono il Collegio Sant’Isidoro, giunto al traguardo dei suoi 60 anni di vita: una educativa, una pastorale e una gestionale. Sono talmente inscindibilmente integrate che non ci sono confini, tutti gli aspetti concorrono a rendere la residenza una grande occasione, il luogo dove diventare adulti attraverso un progetto formativo di cui lo studente è il centro, ma anche componente attiva.
Parlando con Angelo Giornelli, direttore della fondazione EduCatt (Ente per il diritto allo studio universitario dell'Università Cattolica) che gestisce il Collegio piacentino, non si fatica a credere che quella educativa e formativa siano davvero le priorità che muovono le azioni e le decisioni di chi organizza spazi e servizi del S. Isidoro.
“Padre Gemelli, conscio del grande valore aggiunto dell’Università Cattolica, è stato il primo in Italia a volere un collegio a Milano per permettere ai ragazzi di frequentare l’ateneo - ricorda Giornelli -. Noi, altrettanto convinti della qualità dell’istruzione e della formazione che può dare la Cattolica, cerchiamo di seguire le sue orme, facendo del collegio il luogo dove fare un’esperienza forte, in primis umana e di vita”.
L’attenzione ai ragazzi è il motore che anima la progettazione di stanze e servizi, c’è la volontà di accompagnare gli studenti in uno dei momenti più straordinari della vita. Lo conferma anche l’attuale direttore del collegio piacentino, Matteo Bergamaschi: “ci adoperiamo per coinvolgere il più possibile gli studenti affinché siano i veri protagonisti della progettazione della vita della residenza”.
Un lavoro che funziona, visto che il S. Isidoro è stato ed è un punto di forza della sede piacentina, con cui il rapporto è sempre stato strettissimo. Basti pensare alla mensa, ospitata nel complesso del collegio, ma aperta a tutti gli studenti, così come le ampie sale studio che si trovano al primo piano. “Si è voluto così perché il collegio fosse un’opportunità di incontro, di confronto, di scambio fra gli studenti ma anche fra studenti e docenti - prosegue il direttore di EduCatt -. Oggi i servizi sono stati ulteriormente ampliati, ad esempio è appena stato aperto il centro sanitario, a disposizione, ancora una volta, di tutti gli iscritti all’ateneo ed è stata ristrutturata la sala mensa che, insonorizzata e dotata di nuovi dispositivi tecnologici è diventata uno spazio polifunzionale, che può essere utilizzato non solo ad orario pasti, ma anche come luogo per conferenze e incontri”.
L’impegno per favorire la socializzazione è costante, anche adesso che, grazie all’ampliamento avvenuto con l’aggiunta della Residenza Gasparini, le stanze singole a disposizione sono diventate 165. Ecco allora che non mancano gli spazi comuni, una palestra, una sala giochi e una computer e anche un’emeroteca. Ma tutti questi servizi non sono fini a se stessi: “ripeto sempre ai ragazzi che questo non è un hotel, loro non sono nostri clienti. Sono molto di più: il S. Isidoro è come una famiglia, la componente comunitaria rimane per noi una priorità assoluta. Per questo, proprio come in una famiglia, ci sono regole che consentono di stare bene insieme”.
A guidare tutte le azioni, come confermano ancora una volta Bergamaschi e Giornelli, è l’idea di un patto educativo fra università, collegio e studenti che possa risolversi anche in un patto generazionale, fra docenti d’esperienza e giovani studenti e studiosi.

Il Collegio in cifre

I numeri non possono rendere giustizia ad un’esperienza di vita che va ben oltre a stanze e servizi offerti dal Collegio S. Isidoro.
Ma per chi non lo conosce, può essere utile avere un quadro più completo di come gli studenti sono accolti.

Ottobre 1955: inaugurazione del collegio.
2001: inaugurazione dell’ala femminile.
2012: la gestione passa ad Educatt, ente per il diritto allo studio universitario della Cattolica.
2013: con la chiusura di strada dell’Anselma e l’inaugurazione della Residenza Gasparini, la sede di Piacenza è diventata un vero e proprio campus universitario.
5 ottobre 2015: entra in servizio il centro sanitario, aperto a tutti gli studenti della Cattolica, che prevede anche la consulenza psicologica.

165: camere singole con bagno, di cui 52 presso la Residenza Gasparini
154: gli studenti attualmente ospitati
1 palestra
1 sala giochi
1 auditorium per le conferenze

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