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Saremo un’Italia di poveri?

Il presidente Acli: occorre pensare a un welfare che aiuti davvero il Paese

Rossini dionedi

“Guardiamo alla realtà”. È questo l’invito di Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli nella serata conclusiva della Grande Festa della Famiglia.

“Che tipo di welfare possiamo disegnare oggi in Italia? - si è chiesto -. Fra pochi anni avremo tanti anziani e famiglie con pochi figli (la media è di 1,2 figli per donna). Costeremo tanto al sistema previdenziale. Tutto in Italia e non solo sta davvero cambiando. Come dice Papa Francesco, siamo non solo in un’epoca di cambiamento, ma in un cambiamento d’epoca, che è un cambiamento molto più profondo. Intanto oggi - ha aggiunto - sono cresciuti i poveri in giacca e cravatta, che di giorno svolgono un lavoro per 490 euro al mese e alla sera vanno alla mensa della Caritas. Sono circa 4milioni le persone in situazione di povertà, e 10milioni coloro che si trovano in una condizione di povertà relativa (con circa 400 euro al mese di reddito)”.
“Oggi si sta pensando al reddito di inclusione per chi è povero in cambio di formazione o di un lavoro. Si tratta di un elemento positivo perché comunque costringe una persona a uscire di casa e a stabilire delle relazioni”.

Ora si stanno studiando in Parlamento misure per affrontare in modo adeguato questa nuova situazione. Si pensa anche, non solo a dare soldi a chi ha bisogno, ma a monitorare come sono spesi i soldi che i poveri ricevono, per vedere se sono spesi bene. Per raggiungere questo scopo, sono già pronte diverse associazioni. Occorrerà, in una società più frammentata con tante diseguaglianze, intervenire per aiutare chi farà davvero tanta fatica, in prima chi non riesce a trovare lavoro.

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