Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Lo stile della cura: quando la tecnica non basta

Daniele Bruzzone all’AUSL di Piacenza per la Giornata Mondiale del Malato

bruzzone1

“Tutti insieme dobbiamo ricostruire una cultura della cura che non si appiattisca sugli standard da seguire, ma su una relazione buona tra gli operatori, che lavorano in campo sanitario, e i pazienti. Ciò che si deve vincere è il paradigma dell’impersonalità, dell’asetticità, dei numeri, delle evidenze. Non si può affidare la qualità della cura soltanto a questi parametri. La cura o è umana, al servizio della persona, oppure non è una buona cura!”
È il messaggio centrale della relazione del prof. Daniele Bruzzone, professore associato di Pedagogia Generale e Sociale presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, intervenuto al Convegno della Giornata Mondiale del Malato, l’11 febbraio, nella sala Conferenze di via Anguissola dell’Azienda Sanitaria Locale di Piacenza.
L’evento, organizzato dal Dipartimento Formazione dell’AUSL di Piacenza, dall’Ufficio Pastorale della Salute della Diocesi di Piacenza-Bobbio e dall’OPI Piacenza, coordinato da Itala Orlando e da Maria Gaetana Droghi, ha visto una notevole partecipazione del mondo sanitario piacentino.

“La caritas, cioè l’amore gratuito verso il prossimo – ha detto Bruzzone - si compie nella sincronia tra due movimenti apparentemente antitetici: uscire e rientrare in sé stessi. La persona vive questo sbilanciamento che viene chiamato in psicologia: trascendimento e raccoglimento.
Sono due aspetti che però vanno collegati profondamente, altrimenti possono esserci delle conseguenze nefaste. Da una parte, enfatizzando solo lo slancio umanistico, si può cadere in un emozionalismo privo di lucidità, dall’altra parte si cade nell’ impassibile freddezza del gesto efficiente, ma anonimo e impersonale”.
Per il professore della Cattolica bisogna poi distinguere i sentimenti dalle emozioni. Infatti le emozioni sono delle reazioni di fronte a delle cose che accadono, mentre i sentimenti sono attitudini abituali del sentire che si formano nel tempo. I sentimenti si radicano e sviluppano tramite l’esercizio, vanno coltivati, richiedono un investimento quotidiano di attenzione, di nutrimento, altrimenti deperiscono e muoiono.

Quali sono i sentimenti della cura?
Daniele Bruzzone ne ha elencati tre fondamentali: il rispetto, la tenerezza e la speranza.
Il rispetto, per il pedagogo, è la matrice di tutte le risposte etiche. Deriva dal latino respicere che significa saper guardare attentamente, cioè riguardare, infatti avere riguardo di qualcuno è un modo di dire comune. Si tratta quindi di avere la consapevolezza dell’altro, che non si può assoggettare a sé stessi, rispettandone la sua alterità.
La tenerezza, termine spesso usato da papa Francesco, è, secondo il professore, un atteggiamento del cuore e della mente. Significa smussare le proprie rigidità e asperità per fare spazio all’altro, per adattarsi e trovare mediazione.
La speranza è, per esempio, il continuare a curare quando non si può più guarire. Infatti la cura non coincide con la guarigione.
Nel complesso, il docente della Cattolica, ha sottolineato come avere l’anima, che deriva dal greco anemos, respiro, significa produrre emissione e immissione, cioè creare un movimento, una sincronia del dentro e del fuori che è indispensabile per la cura.
Si deve poi imparare, per Bruzzone, a coltivare il proprio sentire e non lasciarsi intossicare dall’aria cattiva e cercare di realizzare luoghi di lavoro emotivamente salubri che non devono avvelenare gli animi.
L’invito ai lavoratori delle professioni mediche è, per il pedagogista della Cattolica, di vivere una medicina narrativa, che non si lasci vincere dalla insensibilità, dalla burocrazia e dai costi, ma sappia ascoltare i malati, rispettarne le storie, senza abbandonarli alla paura e alla sofferenza.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 17 febbraio 2020

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente