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L'essere educatore comporta uno scambio reciproco di vita

ragazza

L’esperienza del Grest in parrocchia è sempre un’occasione di crescita per i ragazzi e i bambini di qualsiasi età che vivono in oratorio buona parte della loro estate. Spesso, però è facile dimenticarsi quanto questa sia una possibilità preziosa di arricchimento anche per i giovani educatori che scelgono di mettersi alla prova, diventando a tutti gli effetti un modello di vita per i più piccoli. Non solo: alcuni educatori sono chiamati a ricoprire un ruolo ancora più importante, quello di “responsabile”. Però, quando le responsabilità aumentano, aumentano anche i problemi da risolvere e le difficoltà, e diventa ancora più necessario rimanere uniti e condividere gli sforzi, le gioie e la fiducia.
Elisa Frigerio, un’educatrice dell’Oratorio San Filippo Neri di Castel San Giovanni, ci consegna la sua testimonianza: “Quest’anno, dopo una lunga esperienza da animatrice del Grest, a me e ad altri miei coetanei è stata data la possibilità di provare un’occasione educativa nuova. In particolare, ci è stato chiesto di diventare responsabili insieme, vivendo una corresponsabilità collegiale e condivisa. Attraverso questa nuova esperienza, ho e abbiamo ricevuto tantissimo, perché – oltre al sorriso e alla gioia dei bambini, oltre a quell’atmosfera che solo un Grest crea e sa regalare e donare – abbiamo anche dovuto imparare a collaborare insieme, in modo nuovo, sapendo che ci aspettavano tante problematiche e situazioni da vivere e da gestire. Personalmente, spero di aver dato la mia pazienza e di essere riuscita a donare tutto ciò che ho".
In un bilancio conclusivo, si può dire che l’“essere educatore” al Grest comporta uno scambio continuo e reciproco di gioia e di vita: “Credo di aver ricevuto tantissimo e di essere diventata qualcosa di più, di diverso, grazie a tutto quello che mi è stato donato dagli animatori e soprattutto dai bambini, che sono una fonte di energia, passione e bellezza spesso sottovalutata. Vedere il mondo con i loro occhi ti fa capire e sentire il bello che ci circonda. Quindi spero di aver donato il mio contributo e di essere cresciuta un po’, attraverso la collaborazione e le occasioni di miglioramento che ci hanno animato in questa esperienza".

Paolo Prazzoli

Pubblicato il 9 agosto 2019

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