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Bracconaggio nel Po, individuati 16 punti di imbarco nel tratto Piacentino

Sono 49 in Emilia-Romagna tra Ferrara, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Le Regioni e autorità bacino: “Lotta serrata all’illegalità”

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Bracconaggio nel fiume Po, fenomeno purtroppo molto diffuso. Proseguono però le attività istituzionali di contrasto.
Nel 2018 era già stato siglato il protocollo d'intesa triennale per il controllo della pesca illegale nel principale fiume italiano tra Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, le prefetture di Milano, Torino, Venezia e Bologna e l'Autorità di bacino del fiume Po.
In attuazione al documento, Regioni e Province coinvolte hanno individuato lungo tutta l’asta 166 potenziali punti di imbarco e sosta degli automezzi utilizzati nell’attività di bracconaggio.
Entro la fine di agosto sarà elaborata una mappa interattiva che sarà messa a disposizione delle prefetture per il monitoraggio dei siti.

“Le attività di pesca illegale hanno contribuito a indebolire la biodiversità nel Po e a diminuire il numero di esemplari di specie autoctone, come lo storione e l'anguilla. Per questo vogliamo intervenire con decisione e in maniera coordinata affinché vengano tutelate la fauna e le attività di pesca legale”, hanno dichiarato gli assessori regionali con delega alla Pesca di Emilia-Romagna e Lombardia, Simona Caselli e Fabio Rolfi. “Ora faremo una verifica su questi 166 punti di attracco per capire quali siano già utilizzati e concentrare meglio le energie”.
Il piano operativo prevede un potenziamento delle Forze di Polizia provinciale e locale anche con adeguamento delle attrezzature per il controllo notturno e la navigazione.
Dei 166 punti, 49 sono nel territorio emiliano-romagnolo e 16 nel Piacentino.
A Ferrara ne sono stati individuati 8, a Parma 14, a Reggio Emilia 11, a Lodi 46, a Mantova 13, a Cremona 7, a Pavia 42 e a Rovigo 9.

Pubblicato il 3 agosto 2019

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