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Una fiaba per sognare: si è svolta alla Bellotta la festa dell'Aipa

fiaba

C’era una volta Paola che adora la musica. C’era una volta Joachim che trascorre le proprie giornate suonando la chitarra. C’era una volta il piccolo Rohith che abita in un palazzo dove vivono i bambini in attesa di trovare una famiglia.
Il primo raggio di sole, una fiaba che è anche vita vera. Tre sono i personaggi che animano questa fiaba e tutti e tre avvertono dentro il loro cuore una mancanza dolorosa che non sanno spiegare e, per placare questa loro nostalgia, cantano. C’erano una volta Paola, Joachim e Rohith, un giorno, per caso, le loro voci si intrecciano e, per un momento, danno vita d un canto straordinario. Da allora i tre personaggi non smetteranno mai di cercarsi.
Con questo racconto è iniziata la festa dell’associazione Aipa il 2 giugno scorso alla Bellotta di Pontenure che ha accolto famiglie adottive provenienti da tutto il Nord Italia.
Paola e Joachim sono genitori adottivi di Valentina e Rohith e, attraverso questo “Canto a tre voci”, raccontano la straordinaria bellezza dell’adozione che non è un atto d’amore caritatevole verso chi ha bisogno di accudimento, non è una gerarchia di genitorialità e una valutazione della profondità dei legami umani. Non è niente di tutto questo. Come niente di tutto questo c’è in nessuna famiglia.
L’amore è un canto a più voci, quando ti accorgi che la tua melodia non ti basta e ti serve un’altra voce, e poi altre ancora, per poter finalmente esclamare: “Ecco la mia canzone! Ecco da dove vengo! Ecco dove voglio andare!”. L’amore è la sirena che non inganna; è il carillon che non smetti di caricare; è la chitarra di cui accarezzi le corde e dentro, nell’apparente vuoto colmo del tutto, fa risuonare la parola “noi”.
Le parole di Paola sono state accompagnate dalla chitarra del marito Joachim che ha interpretato il canone “Viva la musica” composto attorno al 1571 da Michael Praetorius creando così un’atmosfera davvero da fiaba.
Al termine del racconto, le famiglie hanno preso parte ad un aperitivo solidale a favore di “Vathsalya Charitable Trust”, un ente che si occupa di infanzia abbandonata o bisognosa di supporto pur avendo una famiglia e offre counseling alle famiglie, visite mediche, screening e somministrazione di medicine,  pasti caldi, programmi pre-scolari, scuola e attività di gioco, regolare pulizia quotidiana, brevi visite ai parchi e alla città di Bangalore.
La giornata è proseguita poi con il pranzo insieme che ha permesso lo scambio e il confronto fra le famiglie che nel corso degli anni hanno intrapreso insieme a questo ente il percorso adottivo. Spesso infatti capita che, durante queste giornate, i futuri genitori si ritrovino a chiedere consigli e chiarimenti a chi è più avanti nel percorso adottivo che si dimostra sempre molto disponibile e felice di condividere la propria esperienza.
La festa si è conclusa con il tradizionale lancio degli aquiloni che ha coinvolto sia i più piccoli, sia i più grandi proprio come in una storia che termina con “e vissero felici e contenti".

Beatrice Boeri

Pubblicato il 12 giugno 2019

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