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Acli, i risultati del progetto «Il gioco che non è un gioco»

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I risultati del progetto delle Acli provinciali “Il gioco che non è un gioco” rivolto alle prime classi di Enaip, Casali e Romagnosi  sono stati presentati al Campus di Credit Agricole il 5 giugno. “Da anni ci occupiamo di prevenzione – ha spiegato Roberto Agosti , presidente provinciale Acli -, innanzitutto attraverso la formazione, perché è importante conoscere a fondo il problema prima di agire. Il gioco colpisce tutti, giovani e meno giovani, e per questo è pericoloso, perché va ad influire sulle vite di migliaia di famiglie. In Italia si contano circa un milione di adolescenti che hanno giocato nell’ultimo anno, stando ai dati del CNR”. Hanno presenziato anche Laura Mocchi ed Elena Nazzari, che hanno supervisionato i lavori.
Il progetto ha coinvolto 174 studenti, 76 del Casali, 20 del Romagnosi e 78 dell’Enaip. Durante i 3 incontri svolti in classe, gli studenti hanno dimostrato di conoscere la gravità e il pericolo del gioco, e hanno realizzato alcuni brevi cortometraggi per testimoniarlo, utilizzando smartphone come macchina da presa. Presenti anche mons. Luigi Chiesa, vicario generale della Diocesi e l’assessore comunale Paolo Mancioppi, il quale ha manifestato la propria vicinanza a progetti come questo. “Recentemente abbiamo attivato SlotFreeER, per premiare gli esercenti che toglievano le macchinette dai propri luoghi di lavoro, allineandoci così ai dettami regionali. Inoltre è stato posto il divieto alle sale gioco di essere più vicini di 500 metri a luoghi sensibili”. “A livello personale – continua Mancioppi -, vedere ragazzini che spendono anche 50 euro a settimana in giochi online dispiace molto, ma fa apprezzare ancora di più il valore di certe iniziative”.
Mons. Chiesa si è soffermato sulla ricerca della felicità da parte dei giovanissimi che si avvicinano a mondi pericolosi com e quello del gioco d’azzardo. “La felicità si raggiunge con le relazioni vere, ha detto, non con la ricerca dei soldi. Esiste una grande ipocrisia, le società che gestiscono i giochi sono le prime che finanziano le cure per chi abusa degli stessi giochi”.
Sono state infine premiate tre classi del Romagnosi e una dell’Enaip per i loro cortometraggi.

                                                                                                         Emanuele Maffi

Pubblicato l'8 giugno 2018

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