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Prigioniero dell’Isis

A Piacenza giovedì 17 novembre padre Murad

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“Quasi tutti i giorni c’era qualcuno che entrava nella prigione e domandava: «chi siete?». Io rispondevo: «sono nazareno», cioè cristiano. «Allora sei un infedele e visto che sei un infedele se non ti converti ti sgozzeremo con un coltello». Ma io non ho mai firmato l’atto di abiura del cristianesimo”.
Così raccontava al telegiornale di Tv 2000 dei suoi quattro mesi e 21 giorni nelle mani dell’Isis il sacerdote siro-cattolico padre Jacques Murad, priore del monastero di Mar Elian - distrutto dagli estremisti islamici - e parroco dei cristiani di Qaryatayn, nel Governatorato di Homs.

Oggi cinque giovani legati alla comunità di Mar Musa - la rete di monasteri, tra cui Mar Elian, rifondata dal gesuita padre Paolo dall’Oglio, rapito in Siria nel luglio 2013 e di cui si sono perse le tracce - vivono a Milano e Piacenza grazie a un progetto di sostegno allo studio dell’Università Cattolica.

Padre Murad e i due studenti siriani che stanno frequentando la sede piacentina dell’Ateneo - Toufik e Nour - intervengono giovedì 17 novembre alle ore 17.30 nella Sala delle Colonne di Palazzo vescovile.
Un incontro voluto dal vescovo mons. Ambrosio - che introduce l’incontro - per tener viva l’attenzione sulla durissima situazione che sta vivendo la popolazione siriana, ma anche per raccontare di una esperienza concreta di accoglienza che - come recita il titolo del progetto dell’Università fondata da padre Gemelli - si propone di “condividere il futuro”.

Leggi l’articolo a pagina 10 dell’edizione di giovedì 17 novembre 2016

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