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Il Vescovo ai sacerdoti e ai diaconi: «siamo padri, ma prima figli»

 preti


“Essere figli”: è il tema che il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha affrontato nell’incontro di inizio Quaresima con sacerdoti e diaconi nella parrocchia cittadina di Santa Franca. Negli anni scorsi mons. Cevolotto aveva affrontato i temi “Essere padre” e “Essere fratelli”. Ora l’attenzione è posta sulla rilettura dell’essere figli, e quindi del rapporto con il proprio padre e anche con Dio. Non siamo uguali al nostro fratello anche quando siamo gemelli - sintetizziamo le parole del Vescovo -, siamo unici.

Dio nella storia dell’umanità
L’esperienza cristiana - ha aggiunto il Vescovo - passa attraverso l’esperienza umana, è lì che Dio rivela il suo amore e la sua passione per ciascuno di noi, per l’umanità, per la sua opera.
Nel libro biblico della Genesi al capitolo 4 viene messo a fuoco il rapporto tra Caino e Abele. Si presenta la sindrome di Caino che scatta quando il confronto con il fratello, cioè con un’altra persona nella nostra stessa condizione di figlio, induce a sentirsi svantaggiati, cioè vittime della preferenza accordata a un altro. Come se ci fosse sempre qualcuno preferito a noi e noi siamo sempre le vittime. La conseguenza del cavalcare questa sofferenza che si porta dentro è che si dimentica la gratuità del nostro venire al mondo, del dono ricevuto con la vita; prevale perciò l’atteggiamento della pretesa.

Se il padre scompare…
Nella cultura di oggi - sono le parole di mons. Cevolotto - scompare sempre più la figura del padre. Non viene perciò riconosciuto al padre il suo compito anche in ordine normativo, la paternità è diventata sinonimo esclusivo di benevolenza. Ma una persona ha bisogno di un padre e di una madre. Se il padre scompare, non ci siamo sentiamo più figli, siamo come orfani.

Nella relazione con Gesù
Fin dagli anni del catechismo - ha detto ancora - abbiamo imparato che nel battesimo diventiamo figli di Dio. Tutto ciò si lega al rapporto con Gesù: siamo figli in Gesù, perché uniti a lui. Essere figli non è solo un dato biologico, è entrare nella familiarità che Gesù vive con il Padre. Tutto ciò sarà pienamente chiaro al momento della nostra morte: “lo vedremo così come egli è”, come dice la Bibbia. Nella relazione con Gesù impariamo giorno dopo giorno a essere figli: Lui purifica in noi il volto di Dio Padre, rende vera l’esperienza di essere amati e le relazioni che viviamo con noi stessi e con gli altri in quella paternità, anche se non biologica, che esercitiamo verso le persone.

D. M.

 
Nella foto, l'incontro di inizio Quaresima dei sacerdoti e diaconi con il Vescovo nella parrocchia di Santa Franca.

Pubblicato il 23 febbraio 2023

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