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Un disperato bisogno di ascolto

La solitudine e la proposta dei gruppi di auto mutuo aiuto a “La Ricerca”

39laRicerca

“Finché va tutto bene, la tendenza è «faccio quel che voglio». Ma quando succede qualcosa ci si rende conto che da soli non ce la si fa: ecco allora farsi strada la disperazione”.
Sergio Bernazzani, psicologo e counsellor, si occupa con l’associazione “La Ricerca” soprattutto di persone che sono alle prese con l’elaborazione di una perdita.
La soglia tra la solitudine subita e l’individualismo che genera solitudine – indagata nel film di Gandini “La teoria svedese dell’amore”, in proiezione all’Iris a Piacenza - è sottile. “C’è una forte pressione sociale che impone alle persone di rimettersi subito in pista dopo una perdita, che sia la morte di un familiare che una separazione - fa notare -. Questo non aiuta ad affrontare il dolore, perché spesso lo si tiene dentro, anche per orgoglio. Anche quando c’è una famiglia, vista quasi come inaccessibile, incapace di accogliere quel che si sente dentro”.

Anna Papagni, che per “La Ricerca” è la responsabile delle esperienze di auto mutuo aiuto, vede la medesima situazione replicarsi indistintamente in chi arriva perché ha problemi di uso di sostanze che in chi si trova a portare il carico dell’assistenza di un parente malato o disabile, i cosiddetti care givers.
“Noto tantissima solitudine in chi si prende cura - osserva -. La gente che ha un problema non sa a chi rivolgersi. Sopravvive un senso di vergogna, che è lo stesso che vedevamo trent’anni fa agli inizi del Ceis”.

Ecco perché “La Ricerca” negli ultimi anni ha allargato il metodo dei gruppi di auto mutuo aiuto inizialmente rivolti solo ai tossicodipendenti e ai loro familiari alle coppie in crisi, ai care givers, a chi vive un lutto.
“Il nostro aiuto è sì sul presente, ma guarda al futuro - spiega il presidente Gianni Rubini -, non è solo un porgere il fazzoletto per asciugare le lacrime. Deve aiutare ad andare avanti. Stare vicino serve a vedere aspetti della realtà che da solo non riusciresti a cogliere. Altrimenti ti crogioli nei tuoi pensieri, nei sensi di colpa per aver impostato male le tue relazioni”.

Leggi il servizio alle pagine 8 e 9 dell’edizione di giovedì 11 novembre 2016

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