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Veglia per Scalabrini, un momento di comunione per la famiglia scalabriniana

scalvglia

Mentre si avvicina la data della canonizzazione a Roma del vescovo Giovanni Battista Scalabrini il 9 ottobre, giovedì 29 settembre si è svolta una veglia di preghiera in prossimità della canonizzazione trasmessa in streaming dalla basilica di Sant’Andrea della Valle a Roma. Alla celebrazione in Cattedrale era presente il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

In collegamento 5 Continenti

La veglia, presieduta da mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma e delegato per la pastorale dei migranti nella chiesa romana di San Andrea della Valle, si è aperta con una processione composta da rappresentanti del mondo e scandita da un ritmo primordiale che in qualche modo richiama il battito del cuore umano nel quale chiunque – nessuno escluso - può riconoscersi; un ritmo capace di raccogliere i passi di ogni uomo in ricerca di felicità, di pienezza di vita, di Dio. Un ritmo che richiama quell’apertura universale che ha caratterizzato il modo di pregare, di pensare e di agire di Giovanni Battista Scalabrini che santo lo è diventato lasciandosi interpellare e trasformare dall’ascolto profondo della Parola di Dio e delle vicende del suo tempo tra cui l’emigrazione. Alla veglia vi hanno partecipato persone in collegamento da 5 continenti!

Nella chiesa di S. Andrea della Valle Scalabrini tenne un discorso sull'emigrazione

G.B. Scalabrini, vescovo attento a tutti, è infatti diventato sempre più consapevole di come la povertà spingesse molti ad emigrare in cerca di migliori condizioni di vita, è stato detto in apertura della veglia. Numerosi sono stati i suoi contatti con vescovi e personalità dell’Italia, dell’Europa e delle Americhe al fine di trovare strade favorevoli alla tuteladei migranti e al riconoscimento della loro dignità umana. Anche, nella chiesa di S. Andrea della Valle, nel 1892 ha tenuto un discorso proprio sull’emigrazione.
Come compagni di viaggio dei migranti G.B. Scalabrini ha fondato nel 1887 la Congregazione dei Missionari di San Carlo e nel 1895 le Suore Missionarie di San Carlo Borromeo. E a lui si ispira l’istituto secolare delle Missionarie Secolari Scalabriniane sorto in Svizzera nel 1961.
La sua visione delle migrazioni, capace di riconoscere insieme ai problemi anche le risorse, è ancora oggi molto attuale e fonte di ispirazione per tanti laici e amici e per tutti coloro che desiderano contribuire a costruire la pace, a fare del mondo la patria dell’umanità.

Intanto nella diocesi di Piacenza-Bobbio proseguono le iniziative dedicate alla figura e al carisma di Scalabrini.

I luoghi scalabriniani

Hanno preso il via il 25 settembre a Piacenza le iniziative pensate per farne conoscere la figura e il carisma. A promuoverle, la diocesi insieme ai Missionari e alle Missionarie di San Carlo.
I prossimi appuntamenti sono previsti sabato 15 e sabato 22 ottobre dalle ore 15 alle 17.
L’Ufficio diocesano per i Beni culturali accompagnerà i piacentini a scoprire i cinque luoghi scalabriniani presenti a Piacenza: la basilica di Sant’Antonino, la Casa Madre dei Missionari Scalabriniani in via Torta, la Casa provinciale delle Suore scalabriniane in piazzetta San Savino, e infine la Cattedrale e la cappella vescovile nel complesso dell’Episcopio.

La partenza ha luogo da Sant’Antonino. L’evento è gratuito; è consigliata la prenotazione al numero 349.8078276 (attivo dalle ore 10 alle 18) o via e-mail scrivendo a .
Il 12 ottobre la visita è riservata ai pellegrini scalabriniani di ritorno dalla canonizzazione di Roma e in viaggio verso Svizzera e Germania.

Le tappe
Queste le tappe previste.
Prima tappa: introduzione sulla figura di Scalabrini e racconto del suo legame con la basilica dedicata al Patrono, con una sosta all’interno di fronte alle reliquie del primo martire e nella cappella che ricorda l’istituzione della Congregazione dei Missionari di San Carlo avvenuta proprio in questa basilica il 28 novembre 1887. Dalla piazza è possibile vedere dall’esterno anche il palazzo delle Poste, ex sede della Banca cattolica voluta da Scalabrini.
Seconda tappa: Missionari di San Carlo. Visita alla Casa madre degli Scalabriniani e al Museo dedicato al Vescovo e alle migrazioni.
Terza tappa: Suore Missionarie di San Carlo. Incontro con la comunità della Suore Scalabriniane e visita al loro museo.
Quarta tappa: Cattedrale di Santa Maria Assunta e Palazzo vescovile. Sosta di fronte all’urna di Scalabrini e presentazione del suo legame con la Cattedrale stessa, per la quale ha promosso un’imponente campagna di restauri. Visita alla cappella del Palazzo vescovile, dove sono state fondate le Missionarie di San Carlo il 25 ottobre 1895.

Nella foto, la veglia per Scalabrini nella Cattedrale di Piacenza.

Pubblicato il 30 settembre 2022

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