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Grande Festa della Famiglia. Madama: «non poliziotti ma genitori»

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“Ah, ai miei tempi si rigava dritto. Bastava uno sguardo e cessavi i capricci all’istante”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? “Nulla di più vero”, penseranno i nati entro gli anni ’60 ma, basta un salto di uno, due decenni e il ricordo di un “NO” fermo e deciso emesso dalla mamma inizia a farsi sempre più sfumato, fino a svanire del tutto.
“Il genitore d’oggi – ha detto martedì 21 settembre Mauro Madama, psicologo, psicoterapeuta e responsabile dei servizi residenziali e territoriali dell’Associazione La Ricerca, inaugurando così, presso il Centro Il Samaritano, la 12ᵃ Grande Festa della Famiglia – sente il dovere di giustificare decisioni e proibizioni, scende a compromessi negoziando punizioni pur di non sentirsi dire di essere cattivo”.
C’è stata una vera e propria rivoluzione educativa e comunicativa all’interno delle famiglie. Una maggiore attenzione ai bisogni e al benessere dei figli è un progresso ma, se sfocia in un’eccessiva protezione, non può più essere un vanto. Certo, un tempo c’era più distanza e freddezza da parte di mamma e papà ma, attenzione, minore comprensione o, meglio, minore compatimento, non era sinonimo di indifferenza. Era un lasciare crescere con maggiore autonomia, con libertà e non con libertinaggio, e con la consapevolezza che la privazione fortifica l’animo in quanto spinge l’individuo a darsi da fare per conquistare da sé ciò che tanto desidera. In questo modo si abituava il figlio, oltre che a chiedere e pretendere meno, ad avere maggiore considerazione e stima di sé. “Io non ti faccio trovare la pappa pronta perché so che sei in grado, se hai fame, di cucinare”.

L’ansia impedisce un sano sviluppo                                                                                                           

Si avverte oggi, come ha proseguito Madama, una gran paura da parte dei genitori che il figlio possa sbagliare, cadere e trovarsi in situazioni spiacevoli di vario genere. Eppure, non esiste forse il detto “sbagliando si impara” e perché ci dimentichiamo che prima di riuscire ad andare in bici senza rotelle, siamo caduti tante volte e, solo rialzandoci e riprovando di nuovo, abbiamo finalmente imparato? Dovremmo iniziare a dare fiducia, coi giusti limiti ovviamente, ai nostri figli se vogliamo che affrontino con più coraggio la vita. Dunque, eccoci giunti a un altro punto cruciale toccato da Madama nel corso della conferenza: la necessità che mamma e papà smettano di avere un controllo di 360 gradi sul figlio. Non si può continuare a localizzarlo tramite smarthphone, chiamarlo ogni ora quando è fuori con gli amici (mostrandosi, tra l’altro, contradditori quando poi ci si lamenta che ha sempre il telefono in mano) e pretendere che abbia voglia di raccontare tutto quello che fa per filo e per segno. L’adolescente, perché su di lui si è focalizzato l’incontro di martedì, ha, per sua natura, bisogno di molto più ossigeno di un venticinquenne ed è suo diritto arrabbiarsi, ribellarsi, essere lunatico e tanto altro. Genitori andate a leggere in un manuale di medicina i “sintomi dell’adolescenza” per tirare un bel sospiro di sollievo.

Consigli sul da farsi                                                                                                                            
Abbiate sempre pazienza, cognizione di causa, perseverate senza mai arrendervi, non confondete tra discorsi e atteggiamenti ambivalenti e incoerenti, non precipitatevi a cercare diagnosi di esperti quando vostro figlio vi dice una sera che non ha voglia di uscire con gli amici, non riempitegli le giornate con attività continue poiché la noia, presa a giuste dosi, non solo non uccide ma permette di sviluppare il desiderio. Controllate senza instaurare regimi totalitari. Non demonizzate sempre le trasgressioni e gioite quando i vostri figli vi sfidano guardandovi dritti negli occhi; lo scontro verbale è sano e oggi sempre più raro al contrario del ripiegamento interiore passivo e silenzioso, in parte esito della scomparsa del rispecchiamento oculare ed emotivo causata dall’avvento del digitale. Iniziate poi a correre il rischio di essere fregati perché tanto, come si sa, le bugie hanno le gambe corte.

Elena Iervoglini

I prossimi appuntamenti

Gli appuntamenti nell'ambito della Grande Festa della Famiglia proseguono con questo calendario:

Giovedì 23 alle 20.45 al monastero di San Raimon- do in corso Vittorio Emanuele l’abbadessa benedettina madre Maria Em- manuel Corradini interverrà sul tema “Come riconoscere Cristo nella tempesta”.

Venerdì 24 alle ore 21 nella chiesa di San Giuseppe Operaio in viale Martiri della Resistenza il vescovo mons. Adriano Cevolotto incontrerà le famiglie in un dialogo esperienziale. Conduce la serata Mira Simi, educatrice alla scuola della Casa del Fanciullo.

Sabato 25 alle 17 sempre al Samaritano incontro con Stefano Gobbi, direttore sportivo “Sport e salute” sul tema “Famiglie e sport, valore sociale”. L’iniziativa è promossa in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano.

Domenica 26 settembre la Festa si trasferirà in centro città con la partecipazione alla messa in Cattedrale alle ore 11 con il ve- scovo mons. Adriano Cevolotto.
Il pomeriggio, in piazza Cavalli, alle ore 14.30 giochi per i bambini e alle 15.30 testimonianze di vita familiare e di impegno sociale. Intervengono Casa della giovane, Oltre l’autismo, Scuola di formazione per consulenti della coppia e della famiglia, Il Circolino, Barbara Marcuzzi (Trieste), Famiglie Nuove.
Verranno proposti anche balli popolari a cura della comunità equadoregna. Alle ore 17, concerto dei New Lucky Fella dal titolo “Parlami d’amore”.

Lunedì 27 settembre alle 21 al Seminario vescovile di via Scalabrini, incontro di preghiera animato dalle Acli e dall’assistente ecclesiastico mons. Celso Dosi.

Pubblicato il 22 settembre 2021

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