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Il Papa: attraverso la Divina Commedia possiamo rimetterci in cammino nella vita

Fra Maurizio e papa web

Candor Lucis Aeternae, la lettera apostolica di Papa Francesco, ci affida un compito che è soprattutto una responsabilità: tenere viva la memoria dantesca accompagnando nel viaggio della Commedia. A prima vista, non sembra facile. Ma, spiega fra Maurizio Bazzoni, responsabile delle celebrazioni Dantesche per la Provincia francescana, in fondo papa Francesco ci chiede essenzialmente di leggerla la Divina Commedia, e capire come, a partire da essa, possiamo rimetterci in cammino nella vita.
Rileggiamo, allora, assieme a Fra Maurizio, la nuova lettera di papa Francesco su Dante.

Che significato ha una lettera apostolica come questa per la Chiesa?

Anzitutto non è un’esortazione, né un altro tipo di documento: una lettera, proprio come quella di Paolo VI e di Benedetto XV in occasione di altri centenari: ha un valore negli insegnamenti del Papa. Poi, fa il punto di quel che può essere la stima della Chiesa per Dante e lancia prospettive in linea con la sensibilità di Francesco?

In quali direzioni? Quali sono le parole chiave?

Desiderio e gioia sono certamente due cardini del ragionamento: quella di una Chiesa non preoccupata delle strutture ma di accompagnare ogni uomo in questa ricerca.

 

Tutto nasce proprio il 25 marzo Annunciazione e tradizionalmente inizio del viaggio dantesco. “Tale data – si legge nel testo della Lettera – era associata sia alla creazione del mondo che alla redenzione operata da Cristo sulla croce”. Una data che mette insieme fede e vita, come la Divina Commedia…

Sì, una data che sintetizza tutta le fede in Cristo e mette la sua opera in una prospettiva cristiana. È proprio nella sua vita che Dante ha vissuto l’esperienza cristiana che poi “traduce” in poesia. Lui vive quello che scrive. L’esperienza dell’esilio, la necessità di fuggire, la condanna a morte e il desiderio di felicità che accompagna queste vicende storiche sono punti di partenza per l’annuncio, per la sua poesia. È così anche per noi: la vita è il luogo nel quale maturiamo le nostre esperienze. E Dante fa proprio questo: ci aiuta a riconoscere nelle nostre esperienze un percorso, un cammino che non è solo poetico ma è spirituale. Ecco perché la Commedia può essere metafora di vita, perché parte dalla vita. Ed è uno strumento da “usare” nella vita. Un aspetto piuttosto nuovo che emerge nella Candor Lucis Aeternae.

C’è poi il tema della speranza che risuona oggi per molti ancor più che l’anno scorso “in questo particolare momento storico, segnato da molte ombre”, si legge nella lettera…

Ma, in realtà, sempre… Ci sono state epoche altrettanto difficili. Rimettendo a nudo la nostra fragilità, Dante pone al centro l’essenziale. Lo sappiamo: la Commedia è un’opera “letta” nei campi di concentramento” per trovare in quegli inferni un motivo di speranza. È il tema delle stelle, e quindi anche del desiderio. Nel farci rileggere le nostre esperienze ci aiuta a trovare le parole per dircele.

Nell’ultimo capitolo papa Francesco ci affida, o meglio affida “alle comunità cristiane, soprattutto quelle presenti nelle città che conservano le memorie dantesche”, il compito di promuovere iniziative volte alla conoscenza e alla diffusione del messaggio dantesco”. Suggerimenti?

Leggiamo Dante e la lettera, e capiamo cosa siamo chiamati a fare. In particolare, a partire da quei temi che dicevamo quello del desiderio e della felicità che sono al centro della nostra vita. Facciamone un’esperienza personale, con l’accortezza: secondo me Dante si capisce quando hai passato il mezzo del cammin di nostra vita.

Daniela Verlicchi

Nella foto, fra Maurizio Bazzoni con papa Francesco.

Pubblicato il 30 marzo 2021

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