Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Armida Barelli sarà beata. Altri sette Servi di Dio

 ArmidaBarelli

Papa Francesco nell'udienza con il card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, si legge nel comunicato del Vaticano, ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti diverse figure di prossimi beati.
I decreti riguardano: “il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli, del Terz’Ordine secolare di San Francesco, cofondatrice dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, nata il 1° dicembre 1882 a Milano e morta a Marzio il 15 agosto 1952; le virtù eroiche del Servo di Dio Albino Alves da Cunha e Silva, sacerdote diocesano; nato il 22 settembre 1882 a Codeçôso (Portogallo) e morto a Catanduva (Brasile) il 19 settembre 1973; le virtù eroiche del Servo di Dio Ignazio di San Paolo (al secolo: Giorgio Spencer), sacerdote professo della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, nato il 21 dicembre 1799 a Londra (Inghilterra) e morto a Carstairs (Scozia) il 1° ottobre 1864; le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Felicita Fortunata Baseggio (al secolo: Anna Clara Giovanna), monaca dell’Ordine di Sant’Agostino, nata il 5 maggio 1752 a Ferrara (Italia) e morta a Rovigo (Italia) l’11 febbraio 1829; le virtù eroiche della Serva di Dio Floralba Rondi (al secolo: Luigia Rosina), religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo, nata il 10 dicembre 1924 a Pedrengo (Italia) e morta a Mosango (Repubblica Democratica del Congo) il 25 aprile 1995; le virtù eroiche della Serva di Dio Clarangela Ghilardi (al secolo: Alessandra), religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo, nata il 21 aprile 1931 a Trescore Balneario (Italia) e morta a Kikwit (Repubblica Democratica del Congo) il 6 maggio 1995; le virtù eroiche della Serva di Dio Dinarosa Belleri (al secolo: Teresa Santa), religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo; nata l’11 novembre 1936 a Cailina di Villa Carcina (Italia) e morta a Kikwit (Repubblica Democratica del Congo) il 14 maggio 1995; le virtù eroiche della Serva di Dio Elisa Giambelluca, fedele laica, membro dell’Istituzione Teresiana, nata il 30 aprile 1941 a Isnello (Italia) e morta a Roma (Italia) il 5 luglio 1986”.

Mons. Giuliodori: "Armida, esempio per tutta la Chiesa" 

Armida Barelli era, già in vita, apprezzata e riconosciuta in un profilo di coerenza e santità cristiana, per la sua intensa vita spirituale soprattutto tra le consacrate” dell’Istituto della Regalità di Cristo e “tra le donne di Azione cattolica”. “Questa beatificazione, annunciata oggi e per la quale siamo grati al Santo Padre, rappresenta non solo una certificazione di questa diffusa consapevolezza, ma diventa anche un esempio per tutta la Chiesa affinché si spendano energie umane, culturali e spirituali per le nuove generazioni”.
Mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, commenta  la pubblicazione del decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli, che fu – un secolo fa, nel 1921 – tra i promotori dell’ateneo milanese assieme a padre Agostino Gemelli. Mons. Giuliodori ricorda “i molteplici servizi” svolti dalla Barelli “a favore delle giovani di Ac, degli studenti dell’Università cattolica, a sostegno di tante vocazioni” laicali e religiose, e “per le missioni, specialmente in Cina”. Armida Barelli “dev’essere inoltre riscoperta come donna che ha contribuito a forgiare generazioni di ragazze e di donne che, tra la prima e la seconda guerra mondiale, e nel dopoguerra, hanno costruito il nostro Paese. Una parte significativa di questo generoso impegno per l’Italia si deve all’opera straordinaria compiuta dalla Barelli”.

Truffelli (Azione Cattolica): "una fede creativa e coraggiosa"

"Con gioia l’Azione cattolica italiana ha appreso la notizia della beatificazione di Armida Barelli, fondatrice della Gioventù femminile e ‘sorella maggiore’ per tante giovani donne che si dedicarono all’opera evangelizzatrice nell’Italia della prima metà del Novecento”.
Lo afferma Matteo Truffelli, presidente nazionale di Ac. L’associazione fa parte del Comitato per la beatificazione della Barelli, assieme all’Università Cattolica e all’Istituto secolare delle Missionarie della regalità di Cristo. “La vita di Armida racconta una storia ricca d’iniziativa, di coraggio, di libera assunzione di responsabilità, di impegno: una vita spesa nell’apostolato operoso, che ha dato forma – spiega Truffelli – a un nuovo ruolo delle giovani e delle donne nella Chiesa e nella società. Armida, una donna tra due secoli, attraversò le sfide dell’epoca con la forza della sua fede incrollabile, divenendo esempio limpido per moltissime donne che, seguendo le sue orme, hanno scelto e scelgono ancora oggi di mettersi a servizio della Chiesa”.
Attraverso la sua “instancabile opera”, la Gioventù femminile “si radicò in tutto il territorio nazionale, divenendo il ramo dell’Ac più numeroso per aderenti: viaggiando da nord a sud e percorrendo strade inesplorate nell’annuncio del Vangelo, Armida incontrò migliaia di giovani donne suscitando in tutte una fede creativa, audace, coraggiosa ed entusiasta, muovendo in loro il desiderio di coinvolgere molte altre persone in questa missione”. Nelle associazioni diocesane di Ac “ci sono stati e ci sono ancora oggi numerosi esempi di donne come Armida, che hanno raccolto negli anni la sua eredità portando avanti con entusiasmo contagioso l’opera di evangelizzazione della ‘sorella maggiore’”. Per questo, conclude il presidente nazionale Truffelli, “l’Azione cattolica si rallegra con la Chiesa tutta, certa che la beatificazione di Armida Barelli possa essere per le giovani generazioni esempio di dedizione e di amore”.

G.B.

Pubblicato il 21 febbraio 2021

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente