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Costruire ponti nel solco di Scalabrini

I volti e le storie di 150 anni di migrazioni raccontati nel Museo Emigrazione Scalabrini

relatori

Un “viaggio” immersivo e coinvolgente attraverso l’esperienza migratoria degli ultimi 150 anni.
Ha inaugurato nel pomeriggio di sabato 30 novembre - presso la casa degli Scalabriniani in via Torta - il Museo Emigrazione Scalabrini (MES).
Il nuovo allestimento- promosso dal Centro Missionari di San Carlo- Scalabriniani, con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano - si struttura come un percorso, composto da quattro sezioni, multimediale, interattivo e multisensoriale che attraverso video, immagini e suoni si propone si condurre il visitatore ad approfondire il tema delle migrazioni nel loro divenire storico dal 1870 ad oggi.

A fare da trait d'union tra passato, presente e futuro l’insegnamento di monsignor Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza tra il 1876 e il 1905, e definito il “Padre dei migranti” per la sua capacità di mettere in campo idee e soluzioni illuminate sull’argomento, che ancora oggi vivono grazie all’operato delle congregazioni religiose e laiche da lui fondate.
“Oggi più che mai - ha commentato mons. Gianni Ambrosio in occasione dell’inaugurazione - siamo chiamati a costruire insieme dei ponti, continuando la missione che stava così tanto a cuore a mons. Scalabrini”.

All’attuale Vescovo di Piacenza è spettato anche il taglio del nastro. “Nelle sale dell’esposizione - ha aggiunto -, dietro alle foto e ai volti dei migranti, c’è la nostra storia, quella delle nostre famiglie, delle persone che sono partite ed andate. Credo che questo museo possa aiutarci ad aprire mente e cuore affinché si lavori nella giusta direzione per dare vita a collegamenti e a luoghi di interscambio: mi auguro che anche Papa Francesco, così attento sul tema, possa venire in futuro a visitare questo luogo”.

Insieme a mons. Ambrosio sono intervenuti - moderati da padre Gaetano Parolin - anche gli altri attori coinvolti nel progetto.
“Il museo sarà uno strumento prezioso per attualizzare il messaggio evangelico di mons. Scalabrini” – le parole di Gianni Borin, vicario generale della Congregazione dei Missionari Scalabriniani. “Con la giornata di oggi – ha quindi dichiarato Federica Sgorbati, assessore ai Servizi Sociali, presente in rappresentanza in rappresentanza del Comune - si aggiunge un tassello molto importante per la città: una vera e propria eccellenza del territorio”.

“La Fondazione di Piacenza e Vigevano non poteva non collaborare a questo progetto – ha dichiarato Massimo Toscani, presidente dell’ente di via Sant’Eufemia –. Potenzialmente siamo tutti migranti, anche se spesso siamo portati a dire che l’esperienza dell’immigrazione non è più qualcosa che ci riguarda”.
Il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi, architetto Manuel Ferrari, è tra le menti alla base dell’ideazione del MES. “Questo museo è un’ulteriore tappa del percorso di valorizzazione del patrimonio ecclesiastico e civile di Piacenza – ha spiegato convinto -. L’obiettivo è soprattutto quello di parlare ai giovani, spiegandogli attraverso un allestimento affascinante ed immersivo l’esperienza dell’immigrazione. Non si tratta di una sterile narrazione di fatti e vicende, ma di un racconto emozionale in cui trovano spazio tanti sentimenti contrastanti: dolore, rancore, compassione, amicizia, amore. Le vicende storiche - ha evidenziato - diventano strumento indispensabile per capire il presente e trovare la chiave per una convivenza futura all’insegna dell’integrazione.

Elena Pedrazzini, direttrice di Twin Studio Milano, agenzia creativa che si è occupata dell’identità grafica e multimediale del museo, ha raccontato di come “la volontà sia quella di far comprendere un fenomeno collettivo, come è quello della migrazione, attraverso storie e vicende individuali”. “Il nuovo museo è un’opportunità per rileggere il grande viaggio dell’emigrazione italiana – ha poi sottolineato padre Lorenzo Prencipe, direttore del Centro studi emigrazione Roma -, oltre che per riflettere sui fenomeni oggi in atto in maniera più profonda, andando oltre le ostilità e il rifiuto degli altri”.

LE SALE DEL MUSEO - È stato quindi il momento per i primi visitatori di andare alla scoperta della quattro sale della nuova esposizione.
La prima tappa è quella che racconta la storia della migrazione, in particolare di quella piacentina ed emiliano-romagnola, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, attraverso immagini, suoni, testi, interamente tratti dal repertorio archivistico della Casa Madre dell'Ordine Scalabriniano, proiettati in uno spazio circolare. Le citazioni audio di Giovanni Battista Scalabrini consentono un’esperienza immersiva capace di esemplificare il disagio vissuto da chi ha scelto di emigrare. Da qui si accede a una piccola stanza simile a quella che si poteva incontrare in una casa rurale tipica del territorio piacentino - con il grande camino, un pagliericcio, le valigie pronte per la partenza. Testimonianze, immagini, documenti inediti, raccontano la vita delle persone che a causa di un malessere non più sostenibile scelsero di cercare fortuna altrove con i mezzi allora disponibili.
La seconda sala, ripropone l’esperienza del viaggio a partire dalle citazioni dei viaggiatori dell’epoca che fanno ben comprendere le enormi difficoltà cui andava incontro chi cercava un futuro migliore per sé e per i propri familiari. Il visitatore è accolto dalla ricostruzione di una biglietteria del tempo e dalla riproduzione in grande scala della Giulio Cesare, una delle navi transatlantiche più veloci del tempo. Qui viene distribuito il biglietto di viaggio e, dopo il timbro e i controlli di rito, si entra fisicamente nella pancia dell’imbarcazione, ovvero in una scomoda e buia terza classe arredata con i lettini in ferro. L’esperienza del viaggio è rivissuta attraverso un oblò posto al centro dell’ambiente, su cui scorreranno tutte le tappe del viaggio: dalla partenza dal porto d'imbarco, al viaggio in mare aperto, con i canti e passatempi per rendere sopportabile quell’interminabile tragitto, fino all'arrivo nel porto di Ellis Island, con lo sguardo rivolto alla Statua della Libertà.
Il racconto continua con la sezione “Gli italiani nel mondo e la visione di Scalabrini”, in cui viene mostrato quanto dovettero subire i nostri connazionali, una volta arrivati in Europa e in America. Le discriminazioni e le difficoltà che furono costretti a fronteggiare non lasciarono insensibile Giovanni Battista Scalabrini, che sentì urgente il dovere di dare immediato sostegno alle famiglie dei migranti.
Varcata la soglia della terza sala, il visitatore è accolto da un ologramma del Vescovo, che racconta la sua visione del fenomeno migratorio in atto e le scelte adottate in aiuto a queste persone. La metafora dell'intensa vita del vescovo è tradotta da uno schedario, al cui interno sono presenti supporti multimediali video e oggetti dal grande valore storico-testimoniale, che espongono le tappe più significative del suo operato. All’interno di antiche valigie di cartone, alcuni video raccontano i due viaggi di Scalabrini in America.
Il percorso si conclude con la sala dedicata alle migrazioni oggi, attraverso i dati messi a disposizione dagli scalabriniani presenti con missioni e case in tutto il mondo. Una serie di ritratti video-fotografici di immigrati a Piacenza nell’ultimo ventennio consente, attraverso testimonianze toccanti, di comprendere l’azione dei padri scalabriniani nella direzione della “cultura dell’accoglienza” verso una “casa comune”.
L’inaugurazione del Museo dell’Emigrazione è parte del ricco calendario di eventi culturali, promosso per il 2020 dal Comune di Piacenza, dalla Fondazione Piacenza e Vigevano, dalla diocesi Piacenza-Bobbio, dalla Camera di Commercio di Piacenza.

GLI ORARI - Il Museo Emigrazione Scalabrini, dopo l’inaugurazione del 30 novembre e fino al 15 marzo 2020, sarà visitabile solo il sabato e la domenica dalle 15 alle 18; dal 16 marzo 2020 apertura anche dal lunedì al venerdì - solo su prenotazione - dalle 9.30 alle 12.30.

Il museo si trova nella casa madre dei Missionari Scalabriniani, in via Francesco Torta 14 a Piacenza.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0523.348611.

Federico Tanzi

Pubblicato il 2 dicembre 2019

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