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«I nostri anni sono i più belli e non vanno sprecati facendo sciocchezze»

VegliaGiovaniQuaresima 022

Pubblichiamo diversi messaggi giunti dai ragazzi via whatsApp al giornale: sono un’eco dell’esperienza vissuta alla Preghiera di Quaresima dei giovanissimi del 15 marzo in Sant'Antonino a Piacenza con il vescovo mons. Gianni Ambrosio e don Claudio Burgio. Li abbiamo sintetizzati per favorirne la lettura.VegliaGiovaniQuaresima 010

Che emozione vedere tutte quelle persone, in particolare giovani, circondare quel fuoco, osservarlo e sentirne il calore. Sinceramente non credevo di trovarvi così tanti ragazzi. Se unite, le future generazioni possono davvero costruire un mondo migliore.
Noi giovani ci affacciamo alla vita con curiosità e voglia di crescere ma talvolta con incertezza e paura. Don Claudio ci ha concretamente dimostrato come nella cenere e nel degrado si nasconde sempre la luce che offre la possibilità di una vita migliore.
(Lucia Maggi, 18 anni, S. Antonino Piacenza)

Sono rimasto colpito dalla presenza di tanti ragazzi. Non pensavo ce ne fossero tantissimi, soprattutto di venerdì sera. Eravamo tutti raccolti attorno al falò che i miei capi scout hanno acceso.
(Alessandro Mancioppi, 13 anni, S. Antonino Piacenza)

La testimonianza di don Claudio mi ha fatto capire molte cose, per esempio il fatto che non fosse scontato vedere così tanti ragazzi della mia età di venerdì sera in chiesa.
(Giulia Mancioppi,15 anni, S. Antonino Piacenza)

Don Claudio mi ha fatto riflettere sul cercare sempre la cosa positiva anche se al primo impatto potrebbe sembrare che non ci sia nulla e nel perseverare in quello che si fa anche dopo le prime apparenti delusioni.
(Matteo Chiesa, 17 anni, Corpus Domini Piacenza)VegliaGiovaniQuaresima 017

Attorno al fuoco abbiamo vissuto un momento di unione e di estrema sacralità. In don Claudio mi ha colpito la forza di accettare e voler aiutare persone che hanno, anche gravemente, sbagliato, riponendo la sua fiducia in loro. Non sempre è facile perdonare, ma è giusto riuscire a preservare il buono di ogni persona per far sì che sfrutti la sua forza al meglio.
(Carolina Bonini, 17 anni, Corpus Domini Piacenza)

Mi ha colpito molto la storia di un ragazzo che era in prigione per i reati che aveva compiuto. Mi ha stupito che lui fosse un bravo ragazzo e che avesse commesso tali reati per mostrarsi più forte e avere maggiore considerazione agli occhi degli altri.
Piacenza)Jacopo Bonini, 14 anni, Corpus Domini Piacenza)

Il segnalibro che ci hanno consegnato “Ardeva ma non si consumava” con i vari consigli è meraviglioso e pieno di verità.
(Elena Chiesa, 13 anni, Corpus Domini Piacenza)

Le parole di don Burgio mi hanno fatto riflettere sulla realtà dei giovani che sono in prigione: nessuno parla mai del dramma interiore che vivono, da reclusi. In questa Quaresima la mia preghiera è anche per loro.
(Lorenzo Alberici, 14 anni, Corpus Domini Piacenza)

È stato un bell’incontro e un’occasione per incontrare nuovi ragazzi che come me fanno un cammino di fede. È stato anche bello incontrare il Vescovo che ancora una volta diventa uno di noi. Sapere che don Claudio ha condotto molti ragazzi verso la strada giusta mi ha aiutato ad avere forza per affrontare il futuro.
(Letizia Poggi, 13 anni, Corpus Domini Piacenza)VegliaGiovaniQuaresima 012

Durante la veglia, la cosa che mi ha colpito di più (oltre alla scena iniziale su Mosè e Dio) sono state le varie storie che ha raccontato don Claudio. Di giovani che hanno commesso errori, ma che li hanno capiti grazie alle letture del Vangelo o parlando con il Don.
Giovani che si avvicinavano troppo al fuoco e che tornavano come prima, ladri o truffatori.
(Alessandra Fava, III media, Nostra Signora di Lourdes Piacenza)

Ho sentito una profonda dolcezza durante la veglia e la rappresentazione, tutti i ragazzi erano attenti alle parole toccanti della serata.
(Enrico Mandelli, 18 anni, SS. Trinità Piacenza)

In un clima di silenzio e preghiera il narratore (il sottoscritto) inizia a parlare ed appare Mosè, che si avvicina al luogo sacro, dove parla con Dio: il roveto che arde e non si consuma. È stato molto di più di un semplice teatrino. Il lungo lavoro che c’è stato dietro si è rivelato fondamentale per fare arrivare un messaggio chiaro ai presenti: cosa nella nostra vita arde consumandoci, cosa invece ci dona la Vita. Questo tema è stato ripreso da don Claudio che ha conosciuto ragazzi a contatto con ciò che brucia consumando, come alcool, droga e fanatismo religioso.
(Davide Livelli, 19 anni, SS. Trinità Piacenza)

Non ho mai frequentato con costanza le veglie che la diocesi ha organizzato, però devo dire che tutte le volte vedere altre facce, altri giovani che parallelamente a me vivono la propria parrocchia mi ha sempre colpito e credo che non sarà mai scontato.
(Davide Preziosi, 23 anni, SS. Trinità Piacenza)VegliaGiovaniQuaresima 033

Mi è piaciuto molto il segnalibro dato alla fine, perché lo vedo molto utile per me poter trovare aiuto in una parola “fatta su misura” di un preciso momento/situazione e anche perché dà l’opportunità a ragazzi un po’ distanti di trovare e fare esperienza che la Parola di Dio consola.
(Jacopo Cervi, 21 anni, SS. Trinità Piacenza)

La testimonianza di don Burgio mi ha fatto riflettere molto su di me e sui miei pregiudizi. La situazione attuale è abbastanza disastrosa e non sembra dare la possibilità di guardare a un futuro migliore. Questa celebrazione mi ha dato invece la speranza di credere che noi giovani riusciremo a portare un messaggio di pace e di fiducia. Ho apprezzato particolarmente il dono del segnalibro, su cui sicuramente farò affidamento nei momenti bui.
(Miriam Atos, 16 anni, San Vittore Piacenza)

Don Claudio ha raccontato di un ragazzo in carcere per aver ucciso un coetaneo: si stava lasciando andare, non trovava motivazione per vivere, ma qualcosa è cambiato grazie alla lettera ricevuta dalla madre del ragazzo che aveva ucciso. In questa veniva chiamato “figlio” e da quel momento il ragazzo è riuscito a riprendere in mano la propria vita. Questo mi ha fatto riflettere sull’importanza del perdono e su quanto valore possano avere le nostre parole o i nostri piccoli gesti quotidiani sulle persone che ci stanno attorno, anche quando a noi possono sembrare banali.
Don Claudio ha invitato i giovani a non identificarsi con il proprio reato e la propria caratteristica negativa ma prima di tutto a vedersi come persone, mentre spesso i giovani si attribuiscono soltanto aggettivi.
(Giada Bagatta, 15 anni, Fiorenzuola)VegliaGiovaniQuaresima 044

Perdono, ecco cosa ho imparato dal discorso di don Claudio. Molti ragazzi che lui ha incontrato nel carcere minorile hanno avuto solo bisogno di essere perdonati per ricostruire la propria vita anche seguendo le orme del Signore.
(Martina Vespari, 15 anni, Fiorenzuola)

Il roveto rappresentava il fuoco di Dio che serve ad illuminarci il cammino e a darci forza. Don Claudio ci ha parlato di ragazzi come noi che però hanno fatto scelte sbagliate, a cui lui dedica con passione la propria vita. Ho capito quanto sono fortunata.
(Carolina Lodesani, 14 anni, scout, Fiorenzuola)

Una frase di don Claudio mi ha molto colpito: “Spesso tendiamo ad associare la felicità alle cose materiali”. Personalmente quando mi ritrovo nell’ambiente scout, dove la maggior parte delle volte bisogna sapersi adattare, cambio idea e mi rendo conto che la vera felicità è un’altra.
(Chiara Aguiari, 13 anni, scout, Fiorenzuola)

La parte che ho preferito della veglia è stata la breve processione fatta insieme a Mosè verso l’ingresso della Chiesa perché mi sono preso un momento solo per me per pensare e riflettere sulle domande poste in precedenza.
(Stefano Polledri, 14 anni, scout, Fiorenzuola)

La storia che mi ha colpito di più è stata quella del ragazzo che ha ucciso un suo coetaneo e si stava lasciando andare in carcere ma, dopo la lettera della madre della vittima, ha ritrovato una ragione per vivere: “ho già perso un figlio, non voglio perderne un altro”. Io non sarei mai riuscita a perdonarlo e soprattutto a dirgli quelle parole.
(Lara Silva, Fiorenzuola d’Arda)VegliaGiovaniQuaresima 055

Dalle testimonianze ho capito quanto sia importante e utile, per noi e per la comunità, aiutare il prossimo; soprattutto quando le altre persone si fanno un’idea sbagliata solo dall’apparenza. Proprio per questo, anche se spesso è difficile, Dio ci spinge ad uscire dall’individualismo per farci aiutare nell’umiltà. A volte purtroppo si sbaglia, sbagli gravi ma che con l'aiuto di qualcuno possono essere risolti.
(Ingrid Melotti, 13 anni, Fiorenzuola)

“Non lasciatevi consumare dai bisogni, perché valete molto più di così; inseguite i desideri”. Le storie dei ragazzi del carcere Beccaria mostrano che, anche in un contesto difficile, si possano riscoprire i “fuochi accesi” dentro a persone apparentemente spente e rassegnate.
(Bonini Federica, 16 anni, Fiorenzuola)

“Dovete ardere senza consumarvi - ha detto don Claudio - e non dovete consumarvi senza ardere, ma la scelta è vostra”. Ognuno è una fiamma che brucia, però deve essere capace di bruciare all’infinito, non di fermarsi dopo pochi anni, per soddisfare bisogni inutili che possono essere il fumo, la droga e la malavita in generale. I nostri anni sono i più belli e non vanno sprecati facendo sciocchezze.
(Elisa Tiramani, 13 anni, Fiorenzuola)

A volte si può cadere molto in basso – ha spiegato don Claudio -, ma se si ha la volontà di farlo si può riprendere in mano la propria vita ponendosi degli obiettivi e cercando di raggiungerli con pienezza e determinazione.
(Lisa Piccioni, 13 anni, Fiorenzuola)VegliaGiovaniQuaresima 048

Mi ha colpito quando don Claudio ha detto che le persone non sono oggetti e che quindi non bisogna consumarle.
(Nicolò Gambazza, 13 anni, Fiorenzuola)

I ragazzi del carcere minorile, abbandonati a se stessi, sono riusciti a ritrovare la strada giusta e la felicità con l’aiuto di qualcuno.
(Sofia Niutta, terza media, Fiorenzuola)

Don Claudio mi ha fatto comprendere ancora di più che aiutare gli altri ci fa sentire vivi e ci dà uno scopo vero alla nostra vita. Si possono commettere tanti sbagli ma a tutto c’è una soluzione. Spesso chi ti è vicino ti può aiutare a comprendere questo.
(Camilla Menta, 14 anni, Fiorenzuola)

Ci ha impressionato molto quando don Claudio ha parlato dei due ragazzi che lui aveva ospitato e che sono andati in Siria a combattere per l’Isis; uno è morto mentre l’altro si è costituito e ha ringraziato il sacerdote per come gli era sempre stato vicino.
(Simone e Francesco, 15 anni, Santo Stefano d’Aveto)

Mi ha colpito molto la storia dei due ragazzi musulmani. È proprio vero che dove c’è amore, lì c’è Dio.
(Chiara Magistrali, 24 anni, Podenzano)

Sono rimasto colpito dal numero di giovani presenti e dalla capacità di don Claudio di aiutare ragazzi in difficoltà permettendo loro di ritrovare importanti valori e un nuovo senso e speranza per la loro vita.
(Michele Oltolini, 16 anni, Podenzano)VegliaGiovaniQuaresima 072

È sempre molto bello partecipare come gruppo alla veglia diocesana dei giovani. Il segno del fuoco ci è rimasto impresso. Anche al ritiro dei giovani della nostra parrocchia avevamo fatto un grande falò. Don Claudio ci ha fatto riflettere circa i giovani che hanno scelto una strada sbagliata e che hanno affrontato situazioni difficili nella loro vita.
(Riccardo Bazzarini e Michele Kuci, 17 e 18 anni, Borgonovo)

La veglia è stata davvero un bel momento di condivisione. Le parole di don Claudio Burgio sono state davvero toccanti e significative perché mi hanno aiutato a capire tante realtà diverse dalla mia.
(Luca Bernazzani, 15 anni, Vigolzone)

Pubblicato il 20 marzo 2019

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