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Vescovo - auguri agli amministratori

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Buon Natale agli amministratori

“Vi ringrazio per il servizio che fate alla comunità”. Il vescovo mons. Gianni Ambrosio ha incontrato gli amministratori piacentini per il tradizionale scambio di auguri in prossimità del Natale. L’occasione è stata propizia, come sempre, per riflettere insieme a coloro che guidano le varie istituzioni 365 giorni all’anno, come il prefetto Maurizio Falco, il sindaco di Piacenza e presidente della Provincia Patrizia Barbieri, gli onorevoli Paola De Micheli, Tommaso Foti ed Elena Murelli, oltre che diversi sindaci del territorio e autorità militari e civili.
Il Vescovo ha voluto lasciare un suo messaggio per l’anno che verrà. “Ho iniziato il mio cammino a Piacenza nel 2008, con l’avvento della crisi economica. Non era solo una crisi finanziaria ed economica, è diventata anche una crisi di fiducia difficile da vincere. Per le prime ci sono esperti e imprenditori che possono cambiare le cose. Ma la crisi di fiducia non ha una medicina, è difficile trovare rimedio”.

Nel suo augurio natalizio mons. Ambrosio ha voluto ripercorrere alcune cronache del giornalista e scrittore Dino Buzzati, al seguito di papa Paolo VI per il “Corriere della Sera”, il primo pontefice a compiere viaggi apostolici internazionali. “Rimase colpito dai suoi pellegrinaggi, Paolo VI fu il primo a recarsi in Terra Santa nel 1964. Si comprende, da queste cronache, il pensiero di Paolo VI: una chiesa, una cattedrale che impedisce al povero di entrare, diventa fredda. Come si può celebrare senza il calore e l’accoglienza?”. “«Le nostre mani si riscaldano quando si aprono e diventano accoglienti»: è un pensiero molto bello per il Natale che voglio rilanciare. Apriamoci a tutti coloro che si affacciano alla vita, a tutte le persone che incontriamo”.

Il Vescovo ha voluto riprendere anche un altro episodio del pontificato di papa Montini. “Un suo messaggio – ha detto - che potremmo definire antico, visto che è del 1965, ma di una novità sorprendente per l’epoca: il suo discorso all’Onu. È una visione di cui oggi noi abbiamo bisogno ad ogni livello, perché parla di diritti e doveri”. “Papa Montini consegna all’Onu un messaggio che io consegno a voi. Un messaggio all’avvenire, di guardare più avanti rispetto alle esperienze di ogni giorno. Se ci si sofferma solo sulla fatica della vita e del cammino, non si va avanti. Noi tutti siamo come dei «messaggeri» - disse il Papa – a cui è affidata da Dio una lettera da consegnare. La lettera è la verità della vita, dell’esistenza che ci è stata data e che dobbiamo recapitare. Dobbiamo essere in grado di accogliere, la Chiesa deve dialogare con il mondo, vivere il dialogo e consegnare questa lettera agli altri”. Celebre, nel discorso all’Onu, il grido “Mai più la guerra, cadano le armi”.

“Siamo tutti commensali al banchetto della vita – ha ripreso mons. Ambrosio - dobbiamo dare ascolto verso i giovani, ed educarli ad amare la vita. C’è bisogno di una visione «complessiva» della vita, ne abbiamo tutti bisogno. È un compito che ci impegna: noi stessi, la nostra famiglia, la comunità, l’Europa, l’Onu. La famiglia è la base dell’educazione, chi ci ha dato la vita deve anche fornire la chiave interpretativa per vivere ai più giovani. «È necessaria la luce per discernere le strade giuste, una luce che per noi cristiani Cristo ci ha donato, rivelandosi il Dio vivente, il padre di tutti gli uomini», come ricordò Paolo VI. Spero che questa visione sostenga il vostro impegno di amministratori e spero che questo desiderio di colloquio con tutte le persone non venga mai meno anche a me”.
Mons. Ambrosio ha poi consegnato la sua Lettera pastorale ai presenti. “Questa esperienza di dieci anni l’ho vissuta e vista come un pellegrinaggio”. Infine, l’ultimo augurio prima di stringere la mano a tutti gli amministratori presenti: “Un Santo Natale a tutti voi e alle vostre comunità”.

F. M.

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