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Alluvione, 6 mesi dopo

Alluvione, 6 mesi dopo

9frini

Se ad ogni allerta torna la paura

“Il Trebbia è più sicuro perché ha mantenuto i suoi ampi spazi. L’Arda è sicuramente il fiume che presenta la situazione più a rischio. Risente troppo delle alterazioni umane: ci vorrebbero interventi massicci a monte. Siamo nella media del bacino del Po, purtroppo uniamo ai problemi idraulici quelli del dissesto idrogeologico delle nostre montagne, ma siamo in linea con gli altri territori appenninici. E nelle pianure lombarde ci sono situazioni più pericolose”. Daniele Sogni, geologo e guida ambientale escursionistica, ben conosce le valli piacentine. A sei mesi dall’alluvione che ha colpito Val Nure, Val Trebbia e Val d’Aveto – e in pianura Roncaglia – e dopo la paura che si è ripresentata con l’ondata di precipitazione della scorsa settimana, facciamo con lui una riflessione su rischio idraulico e dissesto idrogeologico nel Piacentino.

Intanto, chi è stato colpito dalla furia del Nure lavora per rimettersi in piedi. È il caso di Mattia Bergonzi, 32enne di Ferriere: l’alluvione ha spazzato via la sua azienda. A Bettola l’Amministrazione e i cittadini puntano alla ricostruzione degli impianti sportivi entro l’estate: “non è solo svago – spiega il sindaco Sandro Busca – ma anche un segmento di crescita economica”.

Leggi il servizio a pagina 3 dell’edizione di venerdì 11 marzo 2016.

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