«Sono carabiniere grazie a Dalla Chiesa»
Il colonnello Scattaretico segnato dall’omicidio del generale dell’Arma
“Da ragazzino pensavo di fare l’ingegnere visto che mio padre è stato preside di un istituto tecnico”. Poi intorno ai 15 anni, un momento decisivo: nel 1982 muore a Palermo il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia. “Questo evento mi colpisce così tanto e decido di voler diventare un ufficiale dell’Arma”.
Il colonnello Corrado Scattaretico, dall’autunno 2015 comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza, il 10 settembre assumerà un nuovo incarico a Roma: capo ufficio del vice comandante generale dell’Arma dei carabinieri presso il comando generale. “Mi ha emozionato l’affetto dei cittadini – confida –. Mi ringraziano per strada per il lavoro dei miei militari e si dicono dispiaciuti della partenza. Non ci sono encomi e medaglie che possano ripagare la voce di un cittadino sconosciuto che ringrazia”.
In questi tre anni, il suo impegno – tra i tanti campi che l’hanno visto protagonista - è andato in particolare alla lotta contro lo spaccio di stupefacenti e alla prevenzione, con incontri nelle scuole. “Mi accorgo che c’è l’idea che gli stupefacenti definiti ‘leggeri’ possano essere un’alternativa ludica, che non comporta danni alla salute. Ma non è così: le droghe non sono uno scherzo. Al momento non le stanno legalizzando e ricordo comunque che l’alcol è legale ma ciò non significa che non faccia male. Anzi, troppe volte i ragazzi all’uscita dei locali vanno in coma etilico: per questo abbiamo chiuso e sanzionato tanti locali in questi anni. C’è voglia di ‘sballo’. Si creano dei mondi paralleli, con le droghe, l’alcol, anche con internet. Dobbiamo interrogarci tutti: viviamo un’epoca di grandi possibilità, eppure si sta diffondendo una fuga dalla realtà”.
Pubblicato il 1° agosto 2018.
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