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Questo è il mio corpo

La petizione per combattere la tratta a scopo sessuale

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“Siamo contrari a qualsiasi idea di regolamentare la prostituzione. Le donne costrette a prostituirsi sono vittime, rese schiave dalla criminalità organizzata e dai clienti che sfruttano la loro condizione di vulnerabilità".
È quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla proposta di legge presentata pochi giorni fa dal senatore Gianfranco Rufa che prevede la regolarizzazione della prostituzione.
"Ci auspichiamo che il Governo adotti le misure necessarie per liberare le decine di migliaia di donne, tutte provenienti da Paesi poverissimi, che ogni notte sono costrette a soddisfare le turpi richieste dei clienti italiani", continua Ramonda.

Una proposta che arriva proprio all’indomani della giornata contro la tratta di persone, in occasione di S. Bakhita, che ha coinvolto anche Piacenza con una fiaccolata che dal Pubblico Passeggio si è snodata verso piazza Duomo al grido “Non possiamo più tacere”.
Una frase ripetuta più volte, gridata, tra la sorpresa e qualche risatina dei tanti che affollavano il centro per la vasca del sabato pomeriggio.



L’impegno continua, con l’unità di strada che va ad incontrare le ragazze ma anche con la sensibilizzazione attraverso la campagna “Questo è il mio corpo”.
È la domanda che fa il mercato, che dà impulso alla tratta e allo sfruttamento.

È la domanda che alimenta la schiavitù.
Paesi europei come la Svezia e la Norvegia hanno fatto da tempo la scelta di vietare l’acquisto di prestazioni sessuali a pagamento – nota come “modello nordico” – e hanno ottenuto una forte riduzione del fenomeno. Recentemente anche la Francia ha approvato una legge che introduce sanzioni nei confronti dei clienti.
La richiesta al Parlamento italiano è di approvare una legge analoga.

Si può aderire alla petizione e leggerne il testo integrale sul sito www.questoeilmiocorpo.org.

Pubblicato il 13 febbraio 2019

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