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L'informazione in tempo di guerra con Piagnerelli a Cives

rai

La narrazione della guerra crea l’esperienza della guerra anche per noi che siamo in “Zona Franca”, così il collegamento dall’Ucraina del giornalista Ilario Piagnerelli, redattore esteri per la Rai, ha condotto direttamente nel conflitto i partecipanti al corso Cives. Piagnerelli è diventato un volto molto noto nel panorama dell’informazione italiana, grazie ai collegamenti con le zone più calde della resistenza ucraina.
Il giornalista ha documentato in prima persona i combattimenti, i crimini di guerra e la crisi umanitaria che con l’arrivo dell’inverno rischia di diventare oltremodo preoccupante. Le emozioni che trasparivano dalla voce e dall’atteggiamento del cronista non lasciavano dubbi sul suo coinvolgimento personale. I rischi quotidiani di una simile professione, svolta così vicino alle zone dei combattimenti, ma anche il dover documentare l’abisso dell’umanità, le stragi, le morti, le mutilazioni e le violenze subite da tanti uomini e donne lascerà sicuramente un segno nell’esperienza umana dei professionisti impegnati a raccontare la guerra, forse non meno di chi la sta combattendo.

Piagnerelli ha comunque sottolineato, oltre alla dimensione del servizio pubblico dell’informazione, anche l’aspetto avventuroso della sua esperienza che l’ha costretto a diventare più concreto e pratico nella sua quotidianità e lo ha condotto alla scoperta della solidarietà umana, quella vera e disinteressata, evidenziando inoltre la riconoscenza per essere nato in un paese privo di conflitti.

L’ospite di Cives ha voluto spiegare l’importanza dell’informazione fatta da professionisti responsabili, perché esiste anche la disinformazione professionale che può arrivare sino alla propaganda. Il rischio di accreditare fake news esiste sempre, per questo è importantissima la collaborazione con giornalisti anche di altri paesi e il continuo riscontro delle informazioni. Una guerra mediatica come questa forse non si è mai vista e l’uso dei cellulari ha permesso la diffusione di notizie ed immagini in tempi reali, ma il compito di un professionista è quello di valutare la veridicità dei fatti e le loro fonti. L’esperienza del racconto di tante vite ha permesso al cronista di apprezzare ancora di più la pace, ma anche la resilienza dell’essere umano di fronte alle avversità, la solidarietà di un popolo che sembra non conoscere la paura e la devozione di chi è disposto a morire per difendere la libertà di tutti.

Stefania Micheli

Pubblicato il 23 novembre 2022

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